[#1] La nave della magia by Robin Hobb

[#1] La nave della magia by Robin Hobb

autore:Robin Hobb [Hobb, Robin]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788834731727
Google: DhwUMQAACAAJ
editore: Fanucci
pubblicato: 2019-12-19T00:00:00+00:00


17

La prostituta di Kennit

Le piogge d’autunno avevano quasi ripulito Borgo Baratto. La laguna era più alta, i canali più profondi, e mentre la Marietta si avvicinava al porto di casa i cuori dell’equipaggio erano più leggeri che mai. Non c’entrava nulla con la stiva piena di carico depredato. Era un rispettabile bottino, ma avevano fatto meglio altre volte.

«È che adesso siamo qualcuno, quando entriamo in un porto. La gente ci conosce, e viene a darci il benvenuto. Vi ho detto che a Porticciolo madama Raperonzola ha aperto l’intero bordello gratis per tutto il turno in libera uscita? E non è che dovesse dare ordini alle ragazze; per Sa, lo facevano spontaneamente. Tutto quello che volevamo...» La voce di Sorcor si perse nella meraviglia per tanta fortuna.

Kennit represse un sospiro. Aveva già udito la storia solo una ventina di volte. «Tutte quelle malattie, gratis» disse piano, ma Sorcor la prese per una battuta e sogghignò con affetto al suo capitano. Kennit girò la testa e sputò oltre la murata. Quando si rivolse di nuovo all’ufficiale, riuscì a restituirgli il sorriso. «Avverti gli uomini di ricordare che pochi profeti sono trattati bene in patria.»

Sorcor aggrottò le sopracciglia, perplesso.

Kennit non sospirò. «Voglio dire che altri, in porti diversi, potrebbero vedere un atto di filantropia quando liberiamo gli schiavi e li trasformiamo in pirati con un dividendo sul nostro territorio; ma alcuni qui riterranno che creiamo concorrenza. E si sentiranno in dovere di tenere a freno le nostre ambizioni.»

«Volete dire che saranno invidiosi e ci sfregheranno la faccia nella polvere alla prima occasione?»

Kennit rifletté un momento. «Precisamente.»

Un lento sorriso attraversò il viso segnato di Sorcor. «Ma, capitano, la ciurma ci conta. Ci provino pure a rimetterci a posto.»

«Ah.»

«Capitano?»

«Sì, Sorcor.»

«Gli uomini hanno fatto una specie di votazione, signore. E quelli che non erano d’accordo sono stati persuasi a cambiare idea. Questa volta ognuno prenderà una quota in denaro, signore, e vi permetterà di vendere il carico intero.» Sorcor si grattò con vigore la guancia. «Ho suggerito che magari volevano far sapere a Borgo Baratto che tutti credono nel loro capitano. Ora, badate, non erano tutti disposti a dire che faranno così ogni volta. Ma, ebbene, questa mano è vostra.»

«Sorcor!» esclamò Kennit, e il sorriso si allargò impercettibilmente. «Ben fatto.»

«Grazie, signore. Lo pensavo che poteva farvi piacere.»

I due uomini rimasero per alcuni momenti a guardare la riva che si avvicinava. La pioggia battente del giorno prima aveva fatto cadere le ultime foglie dorate dagli alberi decidui, non che ce ne fossero molti. Gli scuri sempreverdi a foglia larga dominavano le colline attorno a Borgo Baratto. Più vicino all’acqua, meduse rampicanti e mangrovie si erano impadronite delle terre lungo la riva, e qua e là un cedro torreggiante prosperava malgrado le radici inzuppate. Nel fresco che segue la pioggia, Borgo Baratto sembrava quasi accogliente. Il fumo di legna saliva dai camini, aggiungendo il proprio odore allo iodio delle alghe e dell’acqua salata. Casa. Kennit provò la parola nella sua mente. No. Non era adatta. Porto. Sì.

Sorcor si allontanò in fretta, strapazzando qualche marinaio non abbastanza veloce per i suoi gusti.



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