Voci Di Terra Lontana by Arthur C. Clarke

Voci Di Terra Lontana by Arthur C. Clarke

autore:Arthur C. Clarke
La lingua: ita
Format: mobi, azw3, epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 2011-02-08T20:29:36+00:00


25. Lo scorpione di mare

Aveva già visto Brant senza vestiti, la volta in cui erano andati in barca, ma allora non si era reso conto appieno della formidabile muscolatura del giovanotto... Brant era molto più giovane di lui. Loren aveva sempre avuto cura del suo corpo, ma da quando aveva lasciato la Terra non aveva avuto molte opportunità di praticare sport o anche di fare dell'esercizio fisico. Brant, invece, aveva fatto funzionare i muscoli ogni giorno della sua vita, e si vedeva. Loren non ce l'avrebbe fatta mai contro di lui a meno di non poter ricorrere alle arti marziali della vecchia Terra – arti di cui non sapeva assolutamente nulla.

Quella faccenda era del tutto ridicola. Gli ufficiali suoi colleghi erano lì sogghignanti come tante iene. Il capitano Bey era pronto con il cronometro. E c'era anche Mirissa con un'aria che si poteva definire soltanto soddisfatta di sé.

"... due... uno... zero... VIA!" disse il capitano. Brant si mosse rapido come un cobra che scatta. Loren cercò di evitare l'assalto ma con orrore si accorse di non riuscire più a controllare il proprio corpo. Il tempo sembrava rallentato... Le gambe s'erano fatte di piombo e si rifiutavano di obbedirgli... Stava per perdere non solo Mirissa, ma anche la sua virilità...

A questo punto – per fortuna – si era svegliato, ma il sogno non aveva cessato di turbarlo. Il suo significato era evidente, ma ciò non lo rendeva meno angoscioso. Si chiese se era il caso di raccontarlo a Mirissa.

Certamente non l'avrebbe raccontato a Brant, il cui atteggiamento era sempre amichevole ma la cui compagnia Loren trovava ora imbarazzante. Quel giorno però gli avrebbe fatto piacere; se aveva visto giunto, si sarebbero trovati a dover affrontare qualcosa di molto più importante delle loro questioni private.

Non vedeva l'ora di vedere la reazione di Brant di fronte all'inatteso visitatore giunto durante la notte.

Il canale di cemento che conduceva l'acqua di mare all'impianto di produzione del ghiaccio era lungo cento metri e terminava in un bacino circolare la cui capienza era esattamente quella necessaria per produrre un fiocco di neve. Giacché il ghiaccio da solo costituiva un materiale da costruzione di non grandi qualità, era necessario rinforzarlo, a questo scopo si usavano lunghi ciuffi di alghe provenienti dai Grandi Sargassi Orientali. L'impasto di ghiaccio e di alghe che ne risultava veniva chiamato ghiacciocemento, e si poteva star certi che non si sarebbe spostato – così come fanno i ghiacciai – durante le settimane e i mesi in cui la Magellano avrebbe accelerato.

«Eccolo lì.»

Loren, insieme a Brant sul bordo della vasca, indicò un varco tra gli arruffati ciuffi di alghe. L'essere che stava mangiando alghe assomigliava, nell'impianto generale, a un'aragosta terrestre ma era due volte più grosso di un uomo.

«Ha mai visto qualcosa del genere?»

«No» rispose Brant con fervore. «E non me ne duole affatto. Che mostro! Come avete fatto a prenderlo?»

«Non l'abbiamo preso. È venuto da sé, non so se nuotando o camminando, dal mare attraverso il canale. Poi ha trovato le alghe e ha deciso di farsi un pasto gratuito.



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