ANonniMus by Sabina Guzzanti

ANonniMus by Sabina Guzzanti

autore:Sabina Guzzanti
La lingua: ita
Format: epub
editore: HarperCollins Italia


15

Il giorno dopo si presenta alla HUF, alla reception le indicano la stanza dove l’aspetta la commissione d’esame. La 138, in fondo al corridoio. Cammina a testa bassa sperando di non incrociare nessuno, ma ecco Marie che la saluta.

Laura ricambia, cercando di indovinare se sa del test.

«Siamo tutti con te, è una carognata questa» le sussurra come una cospiratrice.

«L’ha già detto a tutti, Valerio?»

«Figurati, spera che tu fallisca, è chiaro.»

Valerio si affaccia, e vedendola si richiude in ufficio. Ha paura di lei e fa bene.

Apre la porta della 138. La commissione d’esame è costituita da un tizio pieno di forfora e una macchina piena di bottoni.

«Si accomodi, che onore conoscerla.»

Lei non risponde. Il collo ha ricominciato a farle male. Guarda la macchina. «Mi spiega come funziona?»

«È semplicissimo: io leggo le domande e lei scrive le risposte sulla tastiera. Se la risposta è corretta si accende la luce verde, altrimenti quella rossa.»

«Quanti errori sono concessi?»

«Nessuno, purtroppo.»

Le tremano le gambe. Si pente di aver accettato ma arriva un messaggio di Gigi: “Fagli vedere chi sei!”.

«Devo chiederle cortesemente di consegnarmi il cellulare.»

Glielo porge. «Sembra di entrare in galera…»

Quello sorride. «Non ci sono mai stato.» La osserva con deferenza, per capire se è pronta, e lei fa cenno di sì.

«Il test durerà trenta minuti. In questo tempo dovrà rispondere a quattro domande. Le risposte verranno giudicate sbagliate, esatte o eccellenti laddove siano particolarmente esaurienti. Scaduto il tempo, purtroppo non potrà più rispondere.»

«Iniziamo subito?»

«Vuole dell’acqua?»

«Sto bene. Posso usare carta e penna?»

«Ma certo.»

«Forse un bicchier d’acqua lo berrei.»

«Ma certo.» Le porge una bottiglietta, lei beve un sorso e si siede.

«Iniziamo.»

L’esaminatore avvia la macchina. Si accendono varie lucine e sul display compare una specie di animazione primitiva con un punto interrogativo che lampeggia, un cursore che indica lo spazio delle risposte e la tastiera per scriverle.

«Faccio partire il timer?»

Lei fa cenno di sì, massaggiandosi le clavicole.

Un suono segnala l’inizio della prova.

Il tizio pieno di forfora legge la domanda che appare anche sul display.

«Cos’è un selection bias?»

Le dita di Laura si muovono veloci sulla tastiera, la prima domanda per fortuna è facile.

“Un selection bias è un tipo di errore che si verifica quando un modello di machine learning viene addestrato con una selezione di dati non sufficientemente varia e diversificata. In altre parole, un errore che si verifica quando i dati sono troppo pochi o non selezionati adeguatamente. Di conseguenza l’algoritmo interpreta male i dati o crea relazioni di causa effetto dove non esistono. A titolo d’esempio: ‘gorilla/uomo di colore’.”

Si accende la luce verde. RISPOSTA ECCELLENTE. MINUTI RIMANENTI: VENTINOVE.

L’esaminatore pone la seconda domanda: «Descrivi brevemente il principio di Pareto».

Laura si concentra. Per fortuna Pareto le è rimasto impresso, e non fa troppa fatica a rispondere.

“Vilfredo Pareto, economista sociologo e ingegnere italiano dell’Ottocento, studiando la distribuzione dei redditi in Italia osservò che l’80 per cento delle terre fossero possedute da circa il 20 per cento dell’intera popolazione. Questa osservazione finì per ispirare la cosiddetta ‘legge empirica dell’80/20’, che è nota anche come ‘principio di Pareto’.

Tale legge può essere riassunta così: la maggior parte degli effetti osservabili è legata a un ristretto numero di cause.



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