Fuga impossibile by George R. R. Martin Gardner R. Dozois Daniel Abraham

Fuga impossibile by George R. R. Martin Gardner R. Dozois Daniel Abraham

autore:George R. R. Martin, Gardner R. Dozois, Daniel Abraham
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: Fantascienza
ISBN: 9788834714379
editore: Fanucci Editore
pubblicato: 2008-11-19T07:56:13+00:00


14.

Ramon si sorprese tornando a dormire come se non fosse successo nulla, e la sua sorpresa fu ancora maggiore quando si risvegliò appoggiato a Maneck, che era rimasto seduto stoicamente, senza muoversi, per tutto il resto della notte.

Prima del sorgere del sole, però, il sonno di Ramon fu tormentato da tre ricordi.

Uno riguardava una partita a carte sulla nave degli Enye durante il viaggio per São Paulo. Palenki era di ottimo umore - cosa sempre più rara in quegli ultimi tempi - e aveva insistito perché la sua squadra si radunasse e giocasse a poker. Ramon si sentì di nuovo fra le mani le carte stranamente morbide, flosce. Sentì l’odore forte, acido che proveniva dagli enormi corpi degli Enye, lo sfrigolio onnipresente di ceramica surriscaldata, come una padella dimenticata vuota su un fornello acceso. Aveva battuto il full di Palenki con un colore. Ricordò di aver visto la gioia del malato sbiadire e crollare quando aveva mostrato le sue carte, gli occhi colmi di disappunto come lacrime asciutte. Ramon rimpianse di non aver passato la mano.

Quello era l’unico ricordo che sembrava legato alla sua strana interazione con la mente dell’alieno. Gli altri due erano eventi banali - un bagno nella vasca di un hotel a Mexico City prima di andare in un bordello, e un piatto di pesce di fiume con crosta di pepe nero che aveva mangiato poco dopo il suo arrivo a São Paulo. In ogni caso i ricordi erano stati così vividi che per un momento aveva cessato di essere nel presente ed era tornato a vivere nel passato. Era come se si trovasse davvero là, e non seduto sull’erba in una notte fresca accanto a un mostro alieno. Ogni volta si svegliava per una frazione di secondo e vedeva Maneck seduto come una statua accanto a lui.

Aveva l’impressione che sapesse cosa gli stava succedendo, eppure non gli spiegava come adattarsi meglio a quell’improvviso ritorno del passato. Ramon non gli chiese nulla. La sua mente tornava a essere ciò che doveva essere e questo era tutto.

Comunque si domandò da quanti anni l’altro Ramon non pensasse più a quella partita a carte.

Alcuni balestrucci innalzarono il loro canto martellante al cielo orientale illuminato da un’oscurità colma di stelle, e poi alla luce fresca del mattino. Un animale fuggì con un verso stridulo quando Ramon si alzò per andare a bere. Qualsiasi cosa fosse, si era intrufolata nell’accampamento e nella notte aveva rosicchiato in silenzio la carcassa del jabali rojo.

Giragira e diecipiume volarono fra gli alberi lottando per il cibo, per accaparrarsi i posti per i nidi, e alla perenne ricerca di compagni con cui concepire i loro piccoli. Le stesse piccole lotte per la vita, ovunque. Animali più grandi, saltatori e testegrasse, arrivarono al bordo del fiume, gli lanciarono un’occhiata incuriosita e poi cominciarono a bere. Alcuni pesci guizzarono nell’acqua. Il nodo di tensione che gli serrava lo stomaco si allentò mentre osservava tutto questo, e per un momento riuscì a dimenticare ciò che era, qual era la sua missione forzata e come fossero scarse le sue speranze.



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