Cao Irene - 2014 - Per tutti gli sbagli by Cao Irene

Cao Irene - 2014 - Per tutti gli sbagli by Cao Irene

autore:Cao Irene [Cao Irene]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


12

Lussuria

Rimettere in sesto il tetto della

Casa Azzurra non è un’impresa da

poco, con il caldo africano di ne

luglio e il vento continuo che fa

tremare tutto.

Giorgio Ottaviani lavora in

silenzio,

ed

è

sempre

concentratissimo. Quando Linda

qualche giorno prima gli ha

mostrato le tremende in ltrazioni

sulle pareti del salotto, è stato

molto chiaro, e subito disponibile:

«Tesoro, bisogna correre ai ripari

immediatamente! Il tetto è la

prima cosa a cui pensare quando si

restaura una casa vecchia, e io

avrei una certa idea da proporti»

ha detto con un tono di bonario

rimprovero. Linda ha capito che

contraddirlo

sarebbe

stato

impossibile e le è nata dentro una

curiosità folle di scoprire cosa lo zio

intendesse: perché Giorgio, quando

si mette all’opera, non fa le cose

tanto per farle, ma ci mette tutto

l’estro artistico che solo lui ha. Ed è

stato così che è venuta fuori la

pazzia di far verniciare di rosso e

azzurro alcune delle tegole.

Adesso Giorgio è lì sul tetto a

rattoppare,

spostare,

posare,

ri nire, componendo lassù un

originale disegno geometrico: una

tegola rossa, una blu, di nuovo una

rossa, poi un’altra blu. Si è

costruito

un’imbragatura

artigianale, passandosi una fune

intorno

al

cinturone

e

assicurandola a una trave interna

della so tta. Dovesse scivolare o

avere un capogiro, sarebbe

comunque al sicuro, dato che la

struttura in legno è solida – e poi

lui non pesa certo un quintale, ha

un sico ancora molto atletico per

la sua età.

Linda lo osserva da sotto, dove

c’è la carrucola, e ogni tanto gli

lancia un schio per veri care che

sia tutto a posto. «Zio, hai bisogno

che ti mandi su altre tegole?»

«Ancora no. Ti dico io quando.»

«Ok, ma non a aticarti. Mi

raccomando. Lo sai che mi sento

responsabile della tua salute,

vecchietto…» Gli strizza l’occhio. A

volte rimane davvero sconvolta

dalla sua resistenza alla fatica.

Chissà dove va a prendere tutta

quella forza. «Con questo caldo sto

schiattando io da qui, non voglio

immaginare tu lassù…»

«Quassù va tutto bene» la

rassicura Giorgio. Eppure lo sa

anche lui che non ha più l’energia

di un ragazzo, che il cuore ogni

tanto gli batte più rapido del

normale, ma lui se ne in schia

delle raccomandazioni che gli ha

fatto il medico all’ultima visita

cardiologica. E poi in questo

momento corpo e testa sono abitati

dalle sensazioni della notte passata

insieme a Fausto. Avrà dormito

un’ora, forse due, ma non è stanco;

è frastornato dal riverbero delle

emozioni che ha provato, e questo

frastuono dei sensi gli regala nuova

ispirazione artistica.

A un tratto si alza un rombo

dalla strada e una nuvola di

polvere bianca si solleva nell’aria.

È Alessandro su una Harley Road

King nera, senza casco né

giubbotto.

Si

ferma

con

un’inchiodata a pochi passi da

Linda.

«Oddio, e questa da dove salta

fuori?» chiede lei sgranando gli

occhi e allargando le braccia.

«Me

l’ha

prestata

Max.»

Alessandro smonta dalla moto. «Ho

fatto solo un giro di prova. Non

avevo mai guidato una bestia così.»

«Figa,

comunque.»

Linda

accarezza la sella.

«Sei nella fase grandi opere?»

Alessandro la osserva nella sua

tenuta da lavoro, pantaloncini

stinti, canotta macchiata, capelli

raccolti in un mollettone.

«Già, il tetto cade a pezzi.» Linda

solleva lo sguardo al cielo.

Poi si sente un colpo di martello

e anche Alessandro alza la testa.

«Ah, ma c’è Giorgio!» Urla per farsi

sentire e si sbraccia, salutandolo.

Giorgio si volta all’improvviso,

ha un attimo di sbandamento, poi

si pianta bene sui piedi per non

perdere

l’equilibrio.

«Ehi,

Alessandro!»

«Serve una mano?» gli domanda

subito.

«Manca poco, ma se insisti… io

non faccio complimenti.» Giorgio

gli indica la scala. «Dài sali, così

finiamo prima.»

«Arrivo!» Alessandro si toglie la

T-shirt bianca e rimane a petto

nudo. «Sto morendo di caldo.»

«Ale, mettiti la corda di

sicurezza, però» lo redarguisce

Linda.



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