Confessione sessuale by Anonimo Russo

Confessione sessuale by Anonimo Russo

autore:Anonimo Russo [Russo, Anonimo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Erotica, General
ISBN: 9788887939712
Google: bTgrAQAACAAJ
editore: ES
pubblicato: 2005-03-15T10:32:36+00:00


NOTE

DI GIANCARLO PAVANELLO

[1] Le confessioni di questo «anonimo russo», che solo all'inizio e per un'unica volta si fa chiamare «Victor» (nell'avventura con Zoé), sono presumibilmente una lunga lettera inviata a Havelock Ellis (1859-1939), che pubblica la storia sessuale autobiografica del suo corrispondente nella sua Psicologia della maternità. Nella Prefazione, H. Ellis si limita a poche righe di presentazione, senza altri commenti: «Inoltre, pubblichiamo in Appendice una confessione scritta in francese da un russo di una quarantina d'anni, come esempio di esperienze singolari e come dimostrazione del danno che può arrecare la perdita o la diminuzione dell'autocontrollo nella sfera della sessualità». Fin dalla prima riga del primo paragrafo, l'autore (un «russo del sud») allude alle opere scientifiche del destinatario della sua lettera-racconto: i sei volumi degli Studi sulla psicologia del sesso erano apparsi fra il 1897 e il 1910; nel 1928 H. Ellis ne aggiunse un settimo e infine, nel 1936, egli riordinò la propria opera in quattro volumi. Il primo della serie era intitolato L'inversione sessuale e, accolto con favore dalla stampa medica, scatenò un'azione legale ai danni del libraio-distributore. Seguirono i saggi dedicati al «pudore», alla «periodicità sessuale», all'«autoerotismo», al «narcisismo», all'«esibizionismo» (Il simbolismo erotico), all'«ondinismo», alla «cleptomania» (da H. Ellis chiamata «cleptolagnia»), all'«eonismo» («travestitismo»), ai «sogni erotici», e cosi via. <<

[2] Si è mantenuta la traslitterazione delle parole russe secondo l'alfabeto e i segni ortografici francesi. <<

[3] Il collège corrisponde all'incirca alla scuola media italiana. Perciò, quando nel corso del racconto si parla di «collegiali», si deve pensare agli studenti e alle studentesse più giovani, che in Italia non frequenterebbero ancora il «ginnasio». Inoltre, quando si parla di «ginnasio», si intende la scuola che comprende più o meno la scuola media, il ginnasio superiore e il triennio del liceo classico (in tutto otto anni scolastici). Quindi, quando il protagonista del racconto e i suoi compagni sono in sesta o in settima «ginnasio», vanno già immaginati nella fascia liceale: malgrado ciò, abbiamo preferito mantenere fino alla fine la parola «ginnasio» invece che sostituirla con «liceo classico» - con una sola eccezione - per fedeltà al testo originale. Va anche tenuto presente che in Francia gymnase corrisponde a «palestra». <<

[4] È una formula divenute celebre con Roger Peyrefitte (Les amitiés particulières, 1944), benché a questo tema letterario avesse già pensato anche Henry de Montherlant, che infatti pubblicò un romanzo intitolato Les garçons, terminato nel 1947. Secondo quanto riferisce Michel Raimond in una nota pubblicata in Montherlant, Romans II (Gallimard, «Bibliothèque de la Pléiade», 1982), egli avrebbe accolto con malumore il titolo e il tema del romanzo di Peyrefitte, accusandolo di avergli «scippato» un romanzo che egli stava annunciando da dieci anni. Comunque sia, questa formula così fortunata, inedita o no nel 1912, e ormai d'uso frequente nella lingua colloquiale contemporanea, rafforzerebbe - assieme ad altri spunti - l'ipotesi di una grande influenza esercitata da questa confessione di un «russo del sud» su tanti scrittori successivi di diverse nazionalità. Fra tutti, basterebbe citate Vladimir Nabokov, che in Lolita (1955), il romanzo



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