Fosco Maraini - Gnòsi delle Fànfole (2022) by Fosco Maraini

Fosco Maraini - Gnòsi delle Fànfole (2022) by Fosco Maraini

autore:Fosco Maraini
La lingua: ita
Format: mobi
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2022-03-04T23:00:00+00:00


Premessa

Sarebbe opportuno, anzi direi sarebbe addirittura canonico, presentarsi con un piccolo preambolo teorico. Signori, potrei dire, eccovi alcuni esperimenti di poesia metasemantica.

Ora mi spiegherò.

Per millenni il procedimento principe seguito nella formazione e nell’arricchimento del patrimonio linguistico è stato questo: dinanzi a cose, eventi, emozioni, pensieri nuovi, o ritenuti tali, trovare suoni che dessero loro foneticamente corpo e vita, che li rendessero moneta del discorso. A tale intento, in genere, servivano suoni che già venivano impiegati per significati consimili. Inventi per esempio il canocchiale e sommi canna con occhiale, vuoi esprimere il concetto di non-iniziato, ignorante, prendi prò (davanti, fuori) e fanum (tempio) producendo profano (“colui ch’è fuori dalle sacre cose”); talvolta serve il nome d'una persona (siluetta, besciamella), tal’altra il nome d’un luogo (pistola, baionetta); una particolare febbre se viene dall’oriente si chiama asiatica, se dall’occidente spagnola, e via dicendo. L’intera scienza etimologica è lì a nostra disposizione per tali istruttive ricerche.

Nella poesia, o meglio nel linguaggio metasemantico, avviene proprio il contrario. Proponi dei suoni ed attendi che il tuo patrimonio d’esperienze interiori, magari il tuo subconscio, dia loro significati, valori emotivi, profondità e bellezze. È dunque la parola come musica e come scintilla.

Potrei facilmente proseguire. E quanto mi divertirei! Sarebbe logico per esempio dire che la poesia metasemantica è squisitamente tangenziale. Il linguaggio comune, salvo rari casi, mira ai significati univoci, puntuali, a centratura precisa. Nel linguaggio meta semantico invece le parole non infilano le cose come frecce, ma le sfiorano come piume, o colpi di brezza, o raggi di sole, dando luogo a molteplici diffrazioni, a richiami armonici, a cromatismi polivalenti, a fenomeni di fecondazione secondaria, a improvvise moltiplicazioni catalitiche nei duomi del pensiero, dei moti più segreti.

Potrei anche aggiungere che la poesia metasemantica è fortemente bipolare. Tutta la poesia - si capisce! è bipolare. Hai un testo ed hai un lettore; dalla crasi dei due sprizzano, oppure no, delle scintille. Ma nel linguaggio normale la bipolarità è meno caratteristica. Si può addirittura trattare la poesia come un' oggetto esterno, un pezzo di mondo esistente qual monumento fuori di noi, e fior di professoroni si affannano a stabilire che Dante vale che so io 78, Foscolo 34, Giusti 18 o cose del genere, quasi che descrivessero montagne e vallate d’un paesaggio mentale. Nella poesia metasemantica il lettore deve contribuire con un massiccio intervento personale. La crasi non è data dall’incontro con un oggetto, bensì, piuttosto, dal tuffo in un evento. Il lettore non diviene solo azionista del poetificio, ma entra subito a far parte del consiglio di gestione e deve lui, anche, provvedere alla produzione del brivido lirico. L’autore più che scrivere, propone. Se è riuscito nel suo intento, può dire d’aver offerto un trampolino, nulla più.

Quanto mi divertirei! Mi verrebbe voglia di continuare per pagine e pagine! Non parlerei forse di linguaggio informale? Di valori cromatici e tattili, dei sapori e degli umori, della pelle e dei baci, dell’ombra e del profumo delle parole? Elencherei parole tonde e gialle, lunghe e calde, voluttuose e lisce, oppure parole



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