Stai qui con me by J. Lynn

Stai qui con me by J. Lynn

autore:J. Lynn [Lynn, J.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2017-12-08T23:00:00+00:00


16

«Cosa stiamo facendo?» chiesi. Dopo averla formulata, ebbi paura di quella domanda. Perché, se non gliel’avessi fatta, quella relazione, qualunque cosa fosse, sarebbe potuta continuare. Ma non mi sarebbe bastata.

«Ci rilassiamo.»

Gettai la testa all’indietro e trattenni un sospiro mentre le sue labbra sfioravano le mie, minacciando di avvolgermi di nuovo nella nebbia dei sensi. Dovevo concentrarmi. «Sai cosa voglio dire. Noi. Cosa stiamo facendo?»

Mi passò le dita sulla gola, e io rabbrividii fin nelle ossa. «Sei sicura di volerne parlare proprio adesso?»

Un senso di disagio m’invase lo stomaco, scacciando la vibrazione piacevole. «Penso che sia necessario, soprattutto dopo quello che è successo. E questo fine settimana. E accidenti, la paglia...»

«Ehi, non fraintendermi.» Si tirò su un gomito. «È solo che negli ultimi due giorni sono successe un mucchio di cose. Col tuo ginocchio e...»

«Il mio ginocchio non c’entra niente.» Sentivo di dover stare seduta per affrontare quella conversazione. Mi tirai su e mi feci coraggio. La conversazione poteva degenerare, e mi avrebbe fatto male – molto male –, ma dovevo sapere. «Jase, provo qualcosa per te fin dalla prima sera in cui sei venuto a casa dei miei genitori. E so che suona stupido e infantile, ma tu... be’, eri una specie di eroe per me.»

Batté le palpebre e aprì la bocca.

«Aspetta.» Gli posai un dito sulle labbra. «Come dicevo, so che suona stupido, ma è così che mi sentivo. La sera in cui mi hai baciata, be’, non hai fatto che alimentare i miei sentimenti. E siccome non ho avuto più notizie di te, e non ti ho rivisto finché non sono venuta qui, ho frequentato altre persone.»

Lui si accigliò e si tirò via le mie dita dalle labbra. «Non sono sicuro che l’idea mi piaccia.»

«Ma nessuno di loro era alla tua altezza. E li paragonavo tutti a te. Non riuscivo a non farlo. Loro... semplicemente non erano te.» Mi bruciavano le guance. «Non erano mai te.»

«Così suona già meglio.»

Lo guardai stizzita. «Insomma, quello che voglio non ha niente a che fare col mio ginocchio o con la danza. Ti ho sempre voluto, anche quando non ci vedevamo, e ti voglio anche ora che so che hai un figlio. Niente può cambiare i miei sentimenti.»

Mi fissò per un momento e poi scosse leggermente la testa. Il mio cuore mancò un battito. Lui si tirò a sedere e disse: «La prima volta che ti ho vista ho pensato che eri bellissima».

Non mi aspettavo una risposta del genere, ma di sicuro non mi dispiaceva. Inspirai.

Due macchie rosse gli si formarono sulle guance. «Dio, mi sentivo un bastardo. Eri la sorellina del mio migliore amico. Avevi solo sedici anni ed eri appena uscita da una situazione terribile.»

«Non ero proprio la fidanzata ideale, eh?» lo canzonai.

Ridacchiò. «E io... be’, ho sempre saputo che meritavi un ragazzo migliore di me.» Feci per ribattere, ma lui proseguì: «È la verità, Tess. E devo ancora conoscere un ragazzo che ti meriti». Si passò una mano tra i boccoli castani e incontrò il mio sguardo. «Sai, ho provato a starti lontano.



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