I like Rodin by Unknown

I like Rodin by Unknown

autore:Unknown
La lingua: eng
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2023-05-26T07:25:03+00:00


Micaela Latini

3.1

Georg Simmel

e le muse inquiete di Rodin

1.

Georg Simmel (1858-1918) conosce lo scultore Auguste Rodin a Parigi per la prima volta nel 1905, visitando il suo atelier, e da quel momento inizia un’amicizia e una frequentazione tra i due “giganti”. Se da un lato è vero che Simmel già nel 1902 aveva dedicato a Rodin un saggio dal titolo L’arte scultorea di Rodin e le tendenze spirituali nell’età contemporanea [Rodins Plastik und die Geistesrichtung der Gegenwart], è dopo il fortunato incontro che l’attenzione nei riguardi dello scultore francese si concentra e si amplia con due saggi: L’arte di Rodin e il motivo del movimento nella scultura [Die Kunst Rodins und das Bewegungsmotiv in der Plastik] del 1909, poi confluito nel testo Rodin: mit einer Vormerkung über Meunier, e il testo successivo dal titolo Rodin [Erinnerung an Rodin, 1917]. Si tratta di studi molto diversi tra loro, che però insistono su una stessa tesi: Simmel “legge” l’arte di Rodin come “emblema” dell’estetica moderna. Non è di certo la prima volta che il sociologo berlinese si rivolge a personalità artistiche. Noti sono i suoi scritti estetici su Böcklin, Leonardo, Michelangelo e Rembrandt. Ma, insieme agli ultimi due, Rodin occupa un ruolo centrale e ricorrente nella produzione simmeliana.

Per tentare di comprendere a pieno le ragioni di questa predilezione per l’opera di Rodin, vale la pena soffermarsi sulle riflessioni portate avanti da Simmel nel corso dei suoi diversi saggi sullo scultore francese. Nel primo decennio del Novecento al centro della ricerca estetologia simmeliana è la questione dell’arte come elemento di giunzione e di articolazione, come dispositivo di separazione e di congiungimento con il mondo. Emblematico è il saggio sulla cornice dal titolo La cornice del quadro. Un saggio estetico [Der Bildrahmen. Ein ästhetischer Versuch, 1902]66 o il testo Ponte e porta [Brücke und Tür, 1909]67, o ancora lo studio L’ansa del vaso, [Der Henkel, 1911] – scritti che indagano il motivo dei confini e delle soglie tra vita e arte, tra l’anima e le forme68.

L’arte di Rodin risponde per Simmel a questa stessa ispirazione. A dimostrarlo è la questione del “movimento”, cuore pulsante della poetica artistica rodiniana. Sotto questo profilo, Simmel si colloca in piena sintonia con Rainer Maria Rilke: l’anima, la vita o anche la Bewegung costituiscono l’asse portante dell’intelaiatura di Rodin.

La lettura che Simmel offre dell’artista francese si muove sul discrimine di un’ambiguità di fondo: per un verso, Rodin è l’artista che per primo si allontana dalla rigidità dell’antichità. Per altro verso, la sua scultura fa parte di un’arte che lui stesso definisce antiquata. E tuttavia, all’interno di questa dimensione “impolverata”, Rodin rappresenta per Simmel una significativa eccezione. La forma plastica di Rodin è al di là del tempo, “fuori tempo”, batte il tempo, è atemporale, impaziente, inquieta – e in questa caratteristica sta tutta la sua originalità. La posizione di Simmel è netta: la storia della scultura si chiude con Michelangelo. Ma è con Rodin che si riapre, come in un’improvvisa esplosione, un capitolo veramente degno di nota e che scardina ogni successione temporale.



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