I pirati dei pianeti by Anne McCaffrey e Elizabeth Moon

I pirati dei pianeti by Anne McCaffrey e Elizabeth Moon

autore:Anne McCaffrey e Elizabeth Moon
Format: mobi, epub
editore: SoftBook
pubblicato: 2009-03-20T00:46:10+00:00


CAPITOLO UNDICESIMO

Grazie a qualunque dio governasse quella porzione di spazio, avevano un po' di respiro, e Sassinak intendeva approfittarne al massimo. Aveva già un embrione di idea per guadagnare altro tempo, ma per il momento c'era altro a cui pensare.

Il suo equipaggio si stava dando da fare per smontare il portello della baia d'attracco della scorta: non era grande come il loro, ma i tecnici di Ingegneria avrebbero fatto prima ad adattare quello che a fabbricarne un altro di sana pianta. Un'altra squadra lavorava sullo scafo esterno dello Zaid-Dayan, sistemando cavi e riflettori parabolici per mettere una pezza ai radar danneggiati. Dentro l'incrociatore, i marines sgombrarono i rottami delle capsule d'assalto nemiche e ammassarono i cadaveri vicino alla baia d'attracco. L'intero quadrante rimase sotto vuoto.

Un po' per volta, le luci rosse cominciarono a spegnersi sulle consolle del ponte di comando. Un elaboratore elettronico di tiro di riserva venne collegato al posto di quello distrutto da uno sparo accidentale, un'avaria di minore importanza nel sistema ambientale fu sistemata senza problemi, e Ingegneria scoprì perfino che uno dei razzi di babordo poteva ancora produrre potenza: si erano semplicemente staccati i circuiti elettrici quando gli altri erano esplosi. Con una sola capsula non si poteva fare granché, ma tutti si sentirono meglio ugualmente.

Passata un'ora del periodo sicuro, Sassinak confermò che l'avviso scorta era stato spogliato di tutto quel che Ingegneria riteneva potesse tornar loro utile, ed era vuoto, ancora trattenuto dal campo di forza dell'incrociatore.

— Ecco quel che intendo fare... — spiegò ai suoi ufficiali. Quando ebbe finito, Hollister aggrottò le sopracciglia.

— Sta chiedendo molto alla nostra capacità di manovra — commentò, — specialmente con quel buco nello scafo...

— La luna è priva d'atmosfera; non ci sarà nessun problema di pressione — replicò Sass. — Quel che voglio sapere è: abbiamo abbastanza potenza per decelerare? e qualcuno ha visto un buon posto dove possiamo metterci?

Bures, il primo ufficiale di Navigazione, si strinse nelle spalle. — Se voleva una piccola luna scabra dove nasconderci, questa qui è ideale. Andarcene di lì senza essere individuati sarà un'impresa, aperta com'è alla sorveglianza sia della base sul pianeta che di quella sull'altra luna, ma finché non ci muoviamo, se i nostri sistemi di copertura funzionano... — Guardò interrogativamente Sassinak, e lei girò lo sguardo, e la domanda, all'ingegnere capo.

— Quello va bene — rispose Hollister. — Ed è la prima volta da quando è lì che ne sono soddisfatto.

— Allora, se il problema è solo il posto, c'è l'imbarazzo della scelta — disse Bures. — La sola cosa regolare di quella luna è la sua irregolarità. E prima che me lo chieda: sì, i nostri sistemi di superficie sono tutti funzionali.

La mezz'ora successiva fu frenetica: le squadre di lavoro portarono i cadaveri e le capsule d'assalto dei nemici a bordo della scorta, insieme a moduli d'evacuazione dell'incrociatore, un segnalatore di emergenza della Flotta, e tutto quel che c'era di superfluo che ebbero il tempo di spostare da una nave all'altra. Nella scorta non entrava tutto, e gli uomini, imprecando, misero la roba avanzata in reti che agganciarono al suo scafo.



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