i signori di garth by david brin

autore:david brin [brin, david]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: fantascienza
editore: Nord
pubblicato: 0100-12-31T23:00:00+00:00

52

ATHACLENA

I gorilla scendevano lungo le ripide pareti del canyon appesi a solide liane prelevate dalla foresta. Passando accanto alle crepature ancora fumanti aperte dalle esplosioni stavano attenti a scegliere i punti d’appoggio. C’era sempre pericolo di altri crolli. Tuttavia si calavano in fretta.

Lungo la discesa attraversarono un nebuloso arcobaleno. La loro peluria si ricoprì di minutissime gocce d’acqua.

Un ruggito tonante accompagnava il loro sforzo, echeggiando fra le irte muraglie di roccia e coprendo gli ansiti e i grugniti dei poderosi quadrumani. Pochi minuti prima era stato coperto dal terribile rumore della morte che piombava dall’alto, ma in pochi secondi questo s’era smorzato e il rombo della cascata era tornato ad avere il sopravvento.

Dove la corrente turbinava via in altre cascatelle più basse fra le rocce lisce, ora l’acqua turbinava e spumeggiava contro una serie di nuovi ostacoli di metallo e plastica. Macigni dì ogni dimensione e tonnellate di pietrisco erano precipitati sul fondo della gola. L’impetuosa corrente stava già appiattendo e spostando quei cumuli di detriti.

Dall’alto del canyon Athaclena osservava la scena sottostante. ― Bisogna che non capiscano mai come ci siamo riusciti ― disse a Benjamin.

― Il cavo che abbiamo steso sotto la cascata è stato pre-trattato per ossidarsi subito. Fra poche ore sarà tutto lavato via, ser. Quando il nemico manderà una pattuglia a indagare qui, non capirà il trucco che abbiamo usato per intrappolare i loro colleghi.

Osservarono i gorilla unirsi alla squadra di guerriglieri chim che stavano frugando nei rottami dei tre hover tank. Quando furono certi che da essi non sarebbe provenuto alcun pericolo, deposero gli archi e cominciarono a recuperare pezzi di materiale, ordinando ai gorilla di togliere di mezzo i sassi più pesanti e di sollevare pezzi di carrozzeria per liberare i portelli dei veicoli.

La pattuglia nemica era piombata lì velocemente, annusando l’odore della preda. Gli strumenti avevano detto ai Gubru che qualcuno aveva trovato rifugio dietro la cascata. E in effetti una bella grotta c’era, ottima sia per nascondersi che per schermare tutti i detector più comuni. Soltanto il loro speciale risuonatore era stato in grado di localizzare il posto dove i terrageni avevano portato materiale tecnologico.

Per cogliere i ribelli di sorpresa i tank erano venuti su per il canyon tenendosi bassi, con la copertura di alcuni modernissimi robot da battaglia pronti a scatenare la distruzione.

Ma non avevano trovato nessuna battaglia ad attenderli. Non c’erano terrageni oltre l’ultima svolta della gola prima della cascata. Soltanto un cavo poggiato al di là del sipario d’acqua.

Più alcuni fili insidiosi tesi sopra le rocce.

E nelle crepe delle pareti a picco, qualche centinaio di chili di nitroglicerina fatta in casa.

Il pulviscolo d’acqua aveva già portato via la polvere, e una quantità di frammenti plastici stavano galleggiando verso valle. Ma i Gubru, i loro veicoli e il loro equipaggiamento giacevano ancora dove le rocce li avevano schiacciati, quando l’esplosione aveva squarciato le pareti riempiendo il cielo con una grandine di materiale vulcanico. Athaclena vide un chim uscire da uno dei veicoli. Stava mostrando ai compagni un piccolo e mortale lanciamissili Gubru.

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