Il fantasma del Vicario by Éric Fouassier

Il fantasma del Vicario by Éric Fouassier

autore:Éric Fouassier [Fouassier, Éric]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Neri Pozza


22.

Dai sogni di Pulce all’abitazione di Pierre Ouvrard

Un Valentin abbattuto, esausto dopo cinque giorni in sella, fece ritorno a Parigi nel pomeriggio del sabato. Il cavallo, stanco quanto lui, arrancava sul selciato, sul quale gli zoccoli producevano scintille. Avendo pietà di lui, il poliziotto smontò e lo condusse per la briglia fino alla stazione per il cambio dei cavalli situata davanti alla chiesa di Saint-Germain-des-Prés.

Ne approfittò per scambiare qualche parola con il gestore della posta. I due uomini si fidavano l’uno dell’altro. Si erano incontrati diversi anni prima, quando Valentin lo aveva assoldato per accudire il suo stallone. Da allora l’uomo era diventato una fonte preziosa di informazioni. Vedendo sfilare viaggiatori tutto il giorno, aiutava l’ispettore a tastare il polso della popolazione. In questo caso particolare, Valentin voleva sapere se, in sua assenza, la tensione politica era diminuita o se, al contrario, le prime decisioni del governo di Casimir Périer avevano esacerbato gli animi.

La risposta non fu quella che sperava. Il suo interlocutore gli rivelò che, fin dal 14 marzo, i giornali di opposizione avevano lanciato una petizione a favore di un’associazione nazionale per combattere il ritorno dei Borboni e i rischi di un’invasione straniera. Il governo aveva fatto subito sapere che condannava l’iniziativa e deplorava il fatto che un piccolo gruppo privato aspirasse a rivaleggiare con lo Stato. Quattro giorni dopo, in occasione della sua Dichiarazione di politica generale, il presidente del Consiglio aveva ribadito il concetto riassumendo in una frase la sua posizione di fermezza: «Dentro vogliamo l’ordine, senza sacrificio per la libertà; fuori vogliamo la pace, senza privarci per questo dell’onore».

Secondo il proprietario della posta, tale cambiamento di tono ai vertici dello Stato, che contrastava con il lassismo di Laffitte, non era stato apprezzato. Gli oppositori erano in subbuglio, anche perché si mormorava, in quegli ultimi giorni, che Périer sperava di far votare rapidamente una legge contro gli assembramenti27.

Questo clima deleterio non piaceva a Valentin, perché confermava le predizioni del prefetto Vivien risalenti alla settimana precedente. Casimir Périer, che aveva ai suoi ordini le forze di polizia, probabilmente le avrebbe rimaneggiate a suo vantaggio. Un ispettore anticonformista come il capo dell’Ufficio degli affari occulti rischiava di attirare la sua attenzione. Per scongiurare la possibilità che smantellasse il servizio, era indispensabile dimostrare grande efficacia. Valentin non aveva scelta: la sua lotta contro il Vicario doveva passare in secondo piano.

Preoccupato, il giovane ispettore si congedò dal gestore della posta e fu tentato di passare direttamente in rue de Jérusalem per comunicare il suo rientro a Isidore. Il giorno dopo sarebbero andati dai d’Orval, ed era impaziente di sapere se c’erano novità in quel caso che non poteva piú permettersi di trascurare. Tuttavia, vedendo il proprio riflesso nella vetrina di una libreria, rinunciò a passare in prefettura. Gli abiti coperti di polvere e gli stivali sporchi di fango sarebbero anche stati ammissibili. Valentin Verne era noto per l’eleganza, e la sua reputazione non ne avrebbe sofferto. Ma il viso dai tratti scavati era spaventoso. Da arcangelo luminoso era diventato uno spettro livido.



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