La giungla dell'orrore by Davide Stocovaz

La giungla dell'orrore by Davide Stocovaz

autore:Davide Stocovaz [Stocovaz, Davide]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788825425956
editore: Delos Digital
pubblicato: 2023-09-07T22:00:00+00:00


Capitolo 10

Un lungo corridoio stretto e umido mi si parò davanti. Nella penombra, vidi la bassa sagoma di Bao avanzare lungo di esso, seguito da Riviere. Decisi di avanzare, camminando con cautela. Le pareti in pietra trasudavano umidità che, a volte, sgorgava in rivoli tra le crepe.

Il corridoio procedeva dritto, senza svolte o angoli. Rampicanti rigonfi pendevano dal basso soffitto, come fossero sul punto di afferrarmi il collo e stritolarmi. Ne scostai alcuni che mi strusciavano sulle spalle.

Dopo un paio di minuti, il corridoio si aprì in una stanza quadrata dalle pareti in pietra. Altri rampicanti e liane ingarbugliate scendevano dal soffitto. Mi guardai attorno. Sembrava di trovarsi in una specie di anticamera, con la tenue luce del giorno che filtrava da alcuni buchi in alto. Le pareti, chiazzate di muffa e umidità, erano spoglie. Non v’era niente di interessante.

Girandomi, notai di essere rimasto da solo. Bao e Riviere si erano affrettati nell’altra metà del corridoio, che riprendeva poco più avanti. Li seguii.

Man mano che ci addentravamo nel tempio, la luce si faceva sempre più cupa e le ombre si addensavano.

Più avanti distinsi la sagoma di Riviere. Affrettai il passo, lo raggiunsi proprio quando il corridoio sfociava in un’enorme stanza circolare, dall’alta volta a cupola.

Bao si era fermato, mettendosi da parte per consentirci di passare.

Ricordo di aver compiuto un solo passo nella stanza e di essermi fermato sconvolto dalla sorpresa. Riviere, al mio fianco, si era bloccato e aveva sgranato gli occhi.

Al centro della stanza, si ergeva un magnifico monolite in pietra. Era infisso nel pavimento di pietra e svettava a sfiorare il soffitto.

Passarono alcuni minuti, trascorsi nella sua più assoluta contemplazione.

Fui il primo a muoversi. Mi portai all’altezza della struttura. La guardai con attenzione, notando, sulla sua superficie, una moltitudine di bassorilievi.

Raffiguravano quelle che sembravano essere scene di caccia: uomini smagriti, armati di lance, inseguivano degli strani animali, eretti sulle lunghe zampe posteriori, i colli esili, una coda robusta che permetteva loro di mantenere l’equilibrio. Queste creature, dalle teste piccole e piatte, si muovevano in branco, e fuggivano in modo coordinato dagli inseguitori.

Riviere mi fu accanto. Anch’egli era completamente rapito dalle immagini ritratte sul monolite.

Immagini di animali mai visti prima, certi di dimensioni modeste, altri di dimensioni enormi, lo tappezzavano. Stavo guardando una creatura gigantesca, dal lungo collo e la testa piccola, con un corpo possente, zampe grandi quanto colonne, e una lunghissima coda, quando mi sentii toccare una spalla.

Girandomi, vidi il volto di Riviere. L’uomo mi indicò con un dito un’altra immagine infissa sul monolite. Notai subito che le sue labbra tremavano. Guardai attentamente quanto indicatomi e rimasi sbalordito.

Era un’immagine di caccia: degli uomini alzavano le loro lance rudimentali contro un autentico mostro. L’animale si ergeva sulle zampe posteriori, aveva una lunga coda, una testa squadrata, con fauci enormi munite di denti aguzzi, e lunghi arti anteriori che terminavano in zampe artigliate. Tutto il suo corpo sembrava ricoperto da una folta pelliccia costituita da penne nere.

Venni colto da una strana sensazione alla bocca dello stomaco. Questa nausea, derivava



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