La gestione dell'impresa by Luigi Arturo Bianchi;

La gestione dell'impresa by Luigi Arturo Bianchi;

autore:Luigi Arturo, Bianchi; [Bianchi, Luigi Arturo ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Diritto, Guide
ISBN: 9788815367419
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2021-08-15T00:00:00+00:00


2. Le competenze funzionali degli amministratori e le deleghe al management

Sotto un primo profilo, lo statuto sociale potrebbe stabilire di assegnare una sfera decisionale molto estesa agli amministratori, ricomprendendovi una ampia congerie di atti e operazioni (contratti di finanziamento e commerciali di importanza rilevante, partnership o joint venture, assunzione o licenziamento dei key manager, conferimento di importanti incarichi di consulenza, designazione di esponenti nel consiglio di amministrazione delle partecipate, le liberalità e sponsorizzazioni ecc.). Lo statuto è dunque libero di indicare le ulteriori materie, oltre a quelle di legge, sulle quali l’organo amministrativo deve assumere una espressa deliberazione, anche perché questa scelta risulterebbe pienamente coerente rispetto alla formulazione della legge in materia di riserva del potere di gestione. Naturalmente, una scelta di questo genere va valutata e ponderata attentamente in quanto espone gli amministratori al rischio di doversi «intestare» una grande parte delle decisioni aziendali, assumendosene le correlate responsabilità. Inoltre, essa potrebbe intralciare l’operatività aziendale, giacché molte decisioni richiederebbero, formalmente, il placet del consiglio di amministrazione, di là dalla questione di stabilire se, in sua mancanza, la realizzazione di dette decisioni sia in ogni caso giuridicamente vincolante per la società, in base ai principi generali in materia di rappresentanza degli amministratori.

Si aggiunga che lo stesso contenuto della decisione può essere diverso a seconda dei casi, in quanto il consiglio di amministrazione, anche quando decide un determinato atto o operazione, può limitarsi ad approvarne i principali termini e condizioni, autorizzando e delegando il CEO o altro soggetto (anche non amministratore, nel caso di dirigenti con significative deleghe di poteri) al suo perfezionamento, con espressa facoltà di negoziare modifiche o integrazioni a detti termini e condizioni che i procuratori ritenessero necessarie o anche solo opportune, eventualmente riservandosi un potere di ratifica al riguardo ex post. Nel caso, ad esempio, della decisione relativa all’assunzione di un manager apicale, il consiglio di amministrazione potrebbe limitarsi ad approvare i principali termini e condizioni del suo pacchetto retributivo, le tutele nel caso di suo licenziamento anticipato, i poteri ecc., delegando l’amministratore delegato (o un suo diretto riporto) a «finalizzare» il contratto di recruiting. Lo stesso dicasi per la scelta di approvare una acquisizione societaria sulla base di un range di prezzo e non di quello finale di acquisto. La scelta di approvare un atto o un contratto nella sua versione non definitiva va, ovviamente, valutata attentamente e dipende, in ultima analisi, dal grado di fiducia che gli amministratori ripongono nella capacità negoziale e nell’affidabilità personale dei procuratori ai quali venisse delegato il relativo perfezionamento.

Più delicato è invece stabilire la legittimità della eventuale scelta degli statuti di attribuire agli amministratori, di là dalla concreta ripartizione delle deleghe interne al consiglio di amministrazione, le sole competenze di legge (i.e. la predisposizione e approvazione dei budget e dei piani industriali e finanziari, l’approvazione dell’assetto complessivo di governo e, in particolare, degli assetti organizzativi, amministrativi e contabili, i bilanci ecc.). Per quanto anche questa scelta debba ritenersi, in linea di principio, legittima, lo statuto dovrebbe però riservare, necessariamente, alcune ulteriori



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