Per il rotto della mente by AA.VV

Per il rotto della mente by AA.VV

autore:AA.VV.
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantascienza
editore: Arnoldo Mondadori Editore
pubblicato: 1966-10-22T16:00:00+00:00


I PRIGIONIERI

di Charles G. Finney

— Sì — disse Rops — so che può sembrare incredibile, ma è successo, ed è vero. Eravamo in cento, e solo più tardi ci rendemmo conto di esser stati i prescelti. Avevano fatto prigionieri seimila dei nostri, questo lo sapete. Tennero noi cento e permisero agli altri di scappare. Però non c’erano molti posti dove andare. Tutto, quasi tutto, era in rovina. Gli evasi o quelli che erano ancora vivi nelle città e nei villaggi furono costretti a ricostruire, per sopravvivere. Forse era proprio questa la ragione per cui li avevano lasciati fuggire…

Naturalmente non riuscirò mai a scoprire il motivo per cui noi cento fummo tenuti prigionieri. È successo quarantanni fa, ma le cose non sono cambiate. Siamo pronti a ricominciare tutto da capo… bang, bang, bang! I vincitori di quarantanni fa sono diventati deboli, e i vinti hanno acquistato forza. Sembra ci sia una legge che governa l’avvicendarsi delle cose umane.

I vincitori, allora, erano molto forti. Abbastanza forti, così immagino, da imporre la loro volontà al mondo intero. La guerra finì con una specie di compromesso, e nessuno domandò chi fossero i vincitori. Ora invece ci si domanda chi potrà vincere il nuovo scontro. Entrambe le parti sono forti più o meno alla stessa maniera, e l’unico modo per poter rispondere alla domanda è quello di fare la prova.

I cento del mio gruppo erano stati catturati nella regione all’estremo nord. Il giorno dopo la selezione ci spedirono nel luogo che doveva essere il nostro campo di prigionia per i tre anni successivi. Voi avete visto le verdi colline che si alzano sulle isole Hawaii, e i crepacci coperti di vegetazione che solcano Mindanao. Era un posto simile. Un canyon completamente coperto di verde per tutti i quindici chilometri della sua lunghezza, dal fondo pianeggiante, e percorso da un fiume. Il fondo del canyon misurava circa un chilometro e mezzo di larghezza, e forse venti chilometri da un margine all’altro. Le pareti degradavano a terrazzi. Ma l’intera voragine era cintata, come quei giardini zoologici in cui gli animali vivono nel loro ambiente naturale. Tutti sapevano di questo recinto, e tutti, come gli animali degli zoo, sapevano anche che non c’era possibilità di fuga.

C’erano strade e sentieri che conducevano da un terrazzo all’altro, e grandi caverne si aprivano nelle pareti del canyon. I cento furono suddivisi in gruppi di dieci, e a ogni gruppo di dieci venne assegnata una caverna in cui potersi creare un alloggio. I servizi igienici erano stati costruiti nelle grotte stesse, e ognuno di noi poteva sistemarsi isolatamente, dato che ogni amaca era separata dall’altra. Ci tolsero le nostre divise e ci diedero uniformi con fiori di giglio. Poi ci immunizzarono contro ogni malattia. Nei tre anni non ho mai sentito che uno dei cento si sia ammalato. Né ci furono morti. Cento entrarono, e cento uscirono tre anni dopo.

Nessuno di noi vide mai una sola volta chi ci aveva catturato. Trattavano con noi attraverso una razza intermedia, militari che si erano prestati a fungere da carcerieri.



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