Spillover. L'evoluzione delle epidemie (2014) by David Quammen

Spillover. L'evoluzione delle epidemie (2014) by David Quammen

autore:David Quammen [Quammen, David]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
editore: Adelphi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


L’herpes B nelle scimmie e nell’uomo

«L’herpes B mette a tutti una gran paura» mi disse qualche giorno dopo. Eravamo tornati a Dacca e dopo un’altra lunga giornata di lavoro ci stavamo godendo assieme a suo marito un goccetto di whisky Balvenie nella mia stanza d’albergo. «Per colpa dell’herpes B, alle scimmie c’è chi spara in testa». Aveva in mente il caso dello zoo safari inglese e altri episodi analoghi. «Vengono sterminate fino all’ultimo esemplare. In questo senso il virus è simile a quello di Ebola». Simile per virulenza e per il terrore che suscita, mi spiegò, ma anche perché profondamente frainteso.

Ovviamente sono due patogeni ben diversi, ma da questo punto di vista aveva ragione: ci sono analogie che è bene sottolineare. In entrambi i casi la malattia è spesso fatale per gli esseri umani ma non causa le tragedie di cui sarebbe capace se non fosse limitata nelle modalità di trasmissione. Il virus trova nell’ospite umano un vicolo cieco, e non ha poteri sovrannaturali di ricomparire altrove. La gente di solito non sa come stanno davvero le cose e tende a immaginarsi irrealistiche situazioni di rischio. Tra le varie differenze che dividono i due virus, una è senz’altro questa: Ebola è famigerato, sulla bocca di tutti, mentre herpes B è praticamente sconosciuto – tranne che presso i tecnici di laboratori dove si allevano scimmie e presso chi lavora in uno zoo safari.

La soppressione dei macachi in cattività è una misura eccessiva, sottolineò Lisa, anche nel caso in cui un gruppo sia portatore del virus, visto che la probabilità di contagio umano è bassissima. E una scimmia positiva agli anticorpi magari non ha nemmeno più un virione in sé.

Mi raccontò di un caso accaduto tre mesi prima in un’università francese, dove l’intera colonia di macachi allevati per le ricerche di laboratorio era stata condannata all’eliminazione. Tra queste scimmie c’erano esemplari studiati con cura da squadre di etologi per venticinque anni e il gruppo era famoso perché esibiva interessanti tratti comportamentali. Mille studiosi dell’International Primatological Society, che raggruppa esperti di vari ambiti di ricerca, firmarono una petizione per evitare lo sterminio: «Non fatelo, non avete idea di cosa significhi perdere questi dati». La dirigenza dell’università andò avanti per la sua strada e una domenica di agosto, prima che la protesta montasse ulteriormente, tutti i macachi furono uccisi.

L’herpes B è assai pericoloso, ma le probabilità di prenderselo da una scimmia sono davvero basse. Questo è quanto risulta dalle ricerche condotte a Sangeh. Gli Engel hanno trovato un’alta incidenza del virus nei macachi del posto e un alto numero di contatti con morsi e graffi tra scimmie e umani, ma nessuna prova di contagio interspecifico. Se a Bali si verificano casi di herpes B, forse sfuggono alle attenzioni dei medici o magari vengono erroneamente diagnosticati come polio o rabbia – malattia che costituisce un vero problema sull’isola, visto il numero di cani randagi infetti. Nessuno può dire con certezza quanti abbiano contratto l’herpes B a Sangeh, ma è possibile che questo numero sia pari a zero.



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