Cinquanta in blu. Otto racconti gialli by AA. VV

Cinquanta in blu. Otto racconti gialli by AA. VV

autore:AA. VV. [AA. VV.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788838939938
editore: Sellerio Editore Palermo
pubblicato: 2019-07-14T22:00:00+00:00


Giampaolo Simi

Il comandante Oberdan

Cavallo Pazzo probabilmente si sforzava

d’immaginarsi in un mondo sognato,

diverso, per sfuggire alle tenebre del

presente, dove Tenebre ed Ombre

presagivano solo follia.

M. VÁZQUEZ MONTALBÁN,

Assassinio al Comitato Centrale

Mai stato un feticista del libro. Uno dei miei personaggi preferiti i libri li usa per accendere il camino. Non è una citazione a caso, non in questa storia.

Mai stato un feticista del libro, però i libri di seconda mano mi mettono tristezza. Specie le rimanenze di magazzino che, dopo lunghe domeniche su qualche bancarella, possono rimanere inutili fino al giorno in cui diventeranno carta da riciclare.

Se un libro non lo hai soltanto letto ma lo hai usato, non è un libro che puoi abbandonare come un oggetto inutile perché ormai consumato. Anzi. Scatolone dopo scatolone, mensola dopo mensola, casa dopo casa, io mi sono portato dietro persino Il gabbiano Jonathan Livingston, anche se oggi lo reputo un manualetto proto-new age di self empowerment. Mi pare che alcuni libri, capolavori o meno non importa, mi abbiano scattato delle istantanee molto fedeli di cui sarebbe comodo ma molto disonesto dimenticarmi.

Ho sempre evitato le bancarelle dei libri di seconda mano, tranne in un’asfissiante domenica di fine agosto. Considerando tutto quello che ne è derivato, mi dico che ogni tanto sarebbe meglio rimanere fedeli a se stessi e alle proprie manie.

Quando ho scelto di fare il nerista ero giovane e non avevo ben chiara una cosa: in un paese come l’Italia occuparsi di cronaca giudiziaria avrebbe significato finire inevitabilmente a occuparsi di politica. Certo, ho evitato la rottura di coglioni di seguire le campagne elettorali e questo ha rappresentato un vantaggio non da poco. In Italia si vive in una campagna elettorale perenne. Anche se le elezioni non sono in programma, ci sarà sempre qualcuno che le prevede, le invoca, le minaccia. Oggi che il paese vaga in una sorta di sonnambulismo isterico, persino il rinnovo dell’amministratore di qualche grosso condominio può venir considerato un test di indubbia valenza nazionale.

Alla fine di quell’estate molto breve e molto tropicale le elezioni però ci sono sul serio. E sono le elezioni italiane per eccellenza, quelle che figurano fra le nostre specialità come la mozzarella o le lasagne: le elezioni anticipate.

Nella mia qualità di direttore della comunicazione e delle relazioni esterne di una Fondazione importante come quella intitolata a Thomas Beckford vedo arrivare un numero insostenibile di inviti a dibattiti, incontri, meeting e briefing, aperitivi, cene e apericene, cocktail, sbicchierate, scampagnate e tombolate rigorosamente elettorali. I soldi della Fondazione Beckford potrebbero interessare i cappelli sempre rovesciati dei candidati attuali, ma nessun politico che aspiri a uno strapuntino di potere si farebbe un selfie accanto a Nora Beckford. Perché del grande scultore Nora è sì la figlia e legittima erede, ma con sulle spalle la condanna per un omicidio che nessuno qui ha mai dimenticato.

«Sai, a sinistra non hanno mai avuto grande simpatia per i personaggi discussi» provo a spiegarle io, talvolta, «e a destra non hanno simpatia per chi campa bene con la cultura. Hanno paura che sia di cattivo esempio».



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