Tenebre E Ghiaccio by Leigh Bardugo

Tenebre E Ghiaccio by Leigh Bardugo

autore:Leigh Bardugo [Bardugo, Leigh]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantasy, Juvenile Fiction, General, Fantasy & Magic, Fiction
editore: Piemme
pubblicato: 2013-10-14T22:00:00+00:00


13

Quello stesso pomeriggio, raggiunsi gli altri Aetherisniki accanto al lago e per la prima volta richiamai il mio potere davanti a loro. Stesi una lama di luce brillante sul lago, lasciando che danzasse sulle onde che Ivo aveva convocato. Ancora non possedevo lo stesso controllo che avevano loro, ma me la cavai. A dire il vero, fu facile. Di colpo, molte cose divennero facili. Non ero più costantemente stanca né restavo senza fiato quando salivo le scale verso la mia stanza. Dormivo sonni profondi e senza sogni, svegliandomi rigenerata. Il cibo fu una rivelazione: ciotole di porridge coperte di crema e zucchero, piatti di sogliole fritte nel burro, susine e pesche succose, il gusto chiaro e amaro dello kvas. Era come se quell’istante nella casupola di Baghra fosse stato il mio primo vero respiro e mi fossi ridestata a nuova vita. Tutti gli altri Grisha, non sapendo quanto mi fosse costato imparare a convocare il mio potere, furono un po’ stupiti da questo mio cambiamento. Non diedi spiegazione alcuna, e Genya mi mise al corrente dei pettegolezzi più esilaranti al riguardo. «Marie e Ivo si domandavano se i Fjerdiani non ti avessero contagiato con qualche malattia.»

«Pensavo che i Grisha non si ammalassero.»

«Esatto!» Scoppiò a ridere e poi aggiunse: «Per questo motivo la cosa era così sinistra, ma a quanto pare l’Oscuro ti ha curata nutrendoti con il suo sangue e un estratto di diamanti».

«Ma è disgustoso!» protestai ridendo. «Oh, e questo è ancora niente. Zoya ha fatto girare la voce che tu fossi posseduta.»

Risi ancora più forte. Le lezioni con Baghra erano ancora difficili e continuavano a non piacermi, però godevo di ogni occasione in cui potevo usare il mio potere e avevo la sensazione di fare progressi. Sulle prime avevo paura ogni volta che stavo per convocare la luce, paura che non sarebbe arrivata e che potessi ripiombare al punto di partenza. «Non è una cosa separata da te» disse Baghra. «Non è un animale che si nasconde da te o decide se venire o no quando lo chiami. Chiedi forse al tuo cuore di battere o ai tuoi polmoni di respirare? Il tuo potere ti obbedisce perché quello è il suo scopo, perché non può fare altro.»

A volte avevo la sensazione che ci fosse una sorta di ombra nella voce di Baghra, un secondo significato che lei voleva che io afferrassi. Il mio lavoro però era abbastanza difficile anche senza la ricerca dei segreti di una vecchia incattivita. Esigeva moltissimo da me, stimolandomi perché aumentassi il raggio d’azione e il controllo. Mi insegnò a concentrare il mio potere in scariche brevi e intense, raggi penetranti che avvampavano per il calore intenso, oppure grandi cascate che duravano a lungo. Mi obbligò a convocare la luce e poi farlo di nuovo, e di nuovo, e di nuovo fino che non ebbi più nemmeno bisogno di convocarla. Mi fece camminare di notte attorno alla sua casa perché mi esercitassi quando era praticamente impossibile trovare una qualsiasi particella di luce da convocare.



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