Il signore degli anelli by J.R.R. Tolkien

Il signore degli anelli by J.R.R. Tolkien

autore:J.R.R. Tolkien [Tolkien, J.R.R.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantasy
ISBN: 9788858705827
editore: Bompiani
pubblicato: 2017-06-06T16:00:00+00:00


Gli Hobbit fecero strada; passarono sotto l’arco e giunsero a un’ampia porta sulla sinistra, in cima a una rampa di scale. Dava su una grande stanza, in cui da un lato era un camino, e sulla parete opposta altre piccole porte; era una stanza scavata nella roccia, e un tempo doveva essere molto buia, poiché le finestre si aprivano soltanto sulla galleria. Ma ora la luce entrava liberamente dal tetto crollato. Nel focolare bruciava un rimasuglio di legna.

“Ho acceso il fuoco”, disse Pipino. “Ci dava un po’ di allegria in mezzo a tanta nebbia. C’erano pochi fasci, e la maggior parte della legna che trovammo in giro era bagnata. Ma il camino tira benissimo: sembra che una corrente d’aria serpeggi su attraverso la roccia, e per fortuna la cappa non è stata bloccata. Un falò fa sempre comodo. Vi preparerò del pane abbrustolito, perché purtroppo è vecchio di tre o quattro giorni”.

Aragorn e i compagni si sedettero all’estremità di un lungo tavolo, e gli Hobbit scomparvero da una delle porte interne.

“Lì c’è un magazzino, al di sopra delle acque, fortunatamente”, disse Pipino quando tornarono carichi di piatti, ciotole, tazze, coltelli e cibi vari.

“E non c’è alcun motivo per arricciare il naso di fronte ai cibi, Messer Gimli”, vociò Merry. “Questa non è roba da Orchi, ma mangime umano, come lo chiama Barbalbero. Preferisci vino o birra? C’è un barile di là… passabile. E questo è maiale salato di primissima qualità; ma se preferite posso farvi alla brace qualche fetta di lardo. Mi dispiace di non avere verdura: i rifornimenti sono stati interrotti negli ultimi giorni! Non ho altro da offrirvi, per finire, che burro e miele da spalmare sul pane. Vi basta?”.

“Eccome!”, disse Gimli. “Il vostro debito diminuisce notevolmente”.

I tre compagni furono tosto intenti a mangiare, e i due Hobbit incominciarono spudoratamente un secondo pasto. “Dobbiamo tener compagnia ai nostri ospiti”, dissero.

“Siete pieni di cortesia stamane”, disse ridendo Legolas. “Ma suppongo che se non fossimo giunti noi vi terreste compagnia a vicenda”.

“Forse, e perché no?”, rispose Pipino. “È stato assai brutto il viaggio con gli Orchi, e l’alimentazione dei giorni scorsi lasciava a desiderare. Sembrava passato un tempo eterno dall’ultima volta che avevamo mangiato a sazietà”.

“Comunque non credo che vi abbia fatto alcun male”, disse Aragorn. “Sembrate davvero rigogliosi di salute”.

“Proprio così”, disse Gimli, osservandoli dalla testa ai piedi oltre l’orlo della sua tazza. “Anzi, i vostri capelli sono due volte più ricci e folti di quando ci lasciammo; e giurerei che siete ambedue cresciuti, ammesso che sia ancora possibile per degli Hobbit della vostra età. Questo Barbalbero, in ogni caso, non vi ha fatto morire di fame”.

“No davvero”, disse Merry. “Ma gli Ent bevono soltanto, e ciò non basta per saziare l’appetito. Le pozioni di Barbalbero saranno nutrienti, ma si sente il bisogno di qualcosa di solido. E non nuoce per una volta un cibo diverso dal solito lembas”.

“Avete davvero bevuto l’acqua degli Ent?”, domandò Legolas. “Ah! Allora credo che probabilmente non sia un’illusione quella di Gimli. Strane canzoni circolano a proposito delle ambrosie di Fangorn”.



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