Circe by Madeline Miller

Circe by Madeline Miller

autore:Madeline Miller [Madeline Miller]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788845400674
editore: Sonzogno
pubblicato: 2019-02-14T23:00:00+00:00


Capitolo sedici

Più tardi, molti anni più tardi, avrei udito un canto ispirato al nostro incontro. Il giovane che cantava era inesperto, erano più le note che mancava di quelle che coglieva, ma attraverso lo scempio risplendeva la dolce musicalità dei versi. Non mi sorprese come venivo ritratta: la maga altezzosa annichilita di fronte alla spada dell’eroe, inginocchiata a supplicare pietà. Le donne umiliate mi sembrano il passatempo preferito dei poeti. Quasi non possa esistere storia senza che noi strisciamo o piangiamo.

Giacemmo insieme sul mio grande letto d’oro. Avrei voluto vederlo sciogliersi nel piacere, appassionato, messo a nudo. Non si mise mai a nudo, ma tutto il resto lo vidi. In effetti, si instaurò fra noi una certa fiducia.

«Non sono proprio di Argo» mi disse. Le fiamme del camino guizzavano su noi, proiettando lunghe ombre sulle lenzuola. «La mia isola è Itaca. È troppo pietrosa per le vacche. Ripieghiamo sull’allevamento di capre e sulle piantagioni di ulivi.»

«E la guerra? Era anch’essa una finzione?»

«La guerra era vera.»

Non c’era requie in lui. Sembrava sempre sul punto di schivare la stoccata di una lancia scagliata dall’ombra. Tuttavia la stanchezza aveva cominciato a intravedersi, come le rocce quando la marea recede. Secondo la legge dell’ospitalità non potevo fargli domande prima che lui si fosse sfamato e ristorato, ma noi eravamo già andati ben oltre.

«Hai detto che il tuo viaggio è stato difficile.»

«Sono salpato da Troia con dodici navi.» Il suo viso nella luce giallastra era come un vecchio scudo, ammaccato e solcato. «Noi siamo tutto ciò che resta.»

Mio malgrado ne rimasi colpita. Undici navi significavano oltre cinquecento uomini morti. «Come ha potuto colpirti una simile calamità?»

Recitò la storia come se stesse fornendo la ricetta per un piatto di carne. Le tempeste che li avevano sospinti dall’altra parte del mondo. Le terre abitate da cannibali e selvaggi vendicativi, di sibariti che avevano drogato le loro menti. Erano stati messi in trappola dal ciclope Polifemo, un temibile gigante con un occhio solo, figlio di Poseidone. Aveva divorato una mezza dozzina di uomini e succhiato le loro ossa. Odisseo per fuggire aveva dovuto accecarlo, e adesso Poseidone gli dava la caccia sui mari per vendicarsi.

Non c’era da stupirsi che zoppicasse, e che si fosse ingrigito. Questo è un uomo che ha affrontato i mostri.

«E adesso Atena, che è sempre stata la mia guida, mi ha voltato le spalle.»

Non mi sorpresi. L’intelligente figlia di Zeus rispettava astuzia e creatività sopra ogni cosa. Lui era proprio il tipo di uomo che lei avrebbe avuto a cuore.

«Che cosa l’ha offesa?»

Non ero sicura che avrebbe risposto, ma lui fece un profondo respiro. «La guerra genera molti peccati, e non sono stato ultimo a nessuno nel commetterli. Quando chiedevo il suo perdono, lei me lo concedeva sempre. Poi c’è stato il sacco della città. Sono stati rasi al suolo i templi, ed è stato versato sangue sugli altari.»

Il sangue versato sugli oggetti sacri agli dèi era il peggiore dei sacrilegi.

«Anche io vi ho partecipato, ma quando gli altri sono rimasti per offrire le loro preghiere, io non mi sono fermato con loro.



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