Solaris by Stanisław Lem

Solaris by Stanisław Lem

autore:Stanisław Lem
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
ISBN: 9788838929106
editore: Sellerio
pubblicato: 2013-01-23T23:00:00+00:00


L’ossigeno liquido

Giacevo nella camera immersa nell’oscurità. Intorpidito, fissavo – non so da quanto tempo – il quadrante luminoso dell’orologio da polso. Sentivo la mia respirazione e provavo un vago senso di stupore, ma sia l’osservazione della corona verdastra di cifre fosforescenti, sia lo stupore erano pervasi da un’indifferenza che attribuivo alla stanchezza. Mi girai su un fianco: il letto era stranamente largo, mancava qualcosa. Trattenni il respiro: nessun rumore turbava il silenzio. Mi irrigidii. Non si udiva il minimo fruscio. Harey? Come mai non ne sentivo il respiro? Tastai con le braccia la superficie del letto: ero solo.

Stavo per chiamare Harey, quando udii dei passi. Si stava avvicinando qualcuno, una figura alta e pesante, come…

– Gibarian? – chiesi con calma.

– Sono io. Non accendere la luce.

– No?

– Non occorre. È meglio per entrambi.

– Ma sei morto?

– Non importa. La voce almeno la riconosci, no?

– Sì. Perché l’hai fatto?

– Ho dovuto. Sei arrivato con quattro giorni di ritardo. Se fossi venuto prima, forse non sarebbe stato necessario… ma non farti scrupoli per questo. Non sto male.

– Sei davvero qui?

– Perché? Credi che sia un sogno, come quando credevi di sognare Harey?

– Ma lei dov’è?

– E perché dovrei saperlo?

– Ho l’impressione che tu lo sappia.

– Tienitela per te. Diciamo che sono qui al posto suo.

– Ma io voglio che ci sia anche lei.

– È impossibile.

– Perché? Lo sai, vero, che non sei veramente tu, che qui ci sono solo io?

– No. Sono davvero io. A voler essere pignoli, potrei dire che sono «di nuovo» io. Ma non perdiamoci in dettagli.

– Te ne andrai?

– Sì.

– E tornerà lei?

– Ci tieni tanto? Che cos’è per te?

– Sono affari miei.

– Ma se ti fa paura!

– Non è vero.

– E ti disgusta…

– Che vuoi da me?

– Se proprio vuoi impietosirti per qualcuno, fallo per te stesso, non per lei. Lei avrà sempre vent’anni. Non fingere di non saperlo!

All’improvviso, senza una ragione precisa, mi tranquillizzai. Lo ascoltavo con calma. Adesso mi sembrava che si fosse avvicinato e che stesse ai piedi del letto, ma nel buio non si vedeva niente.

– Che cosa vuoi? – chiesi piano. Il mio tono sembrò sorprenderlo. Restò un attimo in silenzio.

– Sartorius ha spiegato a Snaut che lo hai imbrogliato e adesso loro due ti stanno a loro volta imbrogliando. Con la scusa di montare un apparecchio a raggi X, costruiscono un annientatore di campo.

– Dov’è lei? – chiesi.

– Hai sentito quello che ti ho detto? Sono venuto ad avvisarti!

– Dov’è lei?

– Non lo so. Stai attento: avrai bisogno di un’arma. Non hai nessuno su cui contare.

– Ho sempre Harey – dissi. Udii un breve suono soffocato. Stava ridendo.

– Certo, almeno fino a un certo punto. E se dovesse andare male, puoi sempre fare come ho fatto io.

– Tu non sei Gibarian.

– Ah, no? E chi sarei? Un tuo sogno?

– No. Il loro burattino. Solo che non lo sai.

– E tu, come fai a sapere chi sei?

La cosa mi indusse a riflettere. Feci per alzarmi, ma non ci riuscii. Gibarian stava dicendo qualcosa.



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