La ragazza della torre by Cecilia Dart Thornton

La ragazza della torre by Cecilia Dart Thornton

autore:Cecilia Dart Thornton [Thornton, Cecilia Dart]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: fantasy, copertina
pubblicato: 2000-12-31T23:00:00+00:00


Una sera, soffiò per qualche tempo un vento shang, di scarsa intensità, e fu seguito da brevi rovesci di pioggia. Alla fine, la Via del Cuinocco si congiunse a un altro corso d'acqua che, in seguito, si riversò in un fiume ancora più ampio che, a sua volta, si gettò infine nel Rysingspill, l'ultima tappa di quel viaggio che li avrebbe portati alla città costruita sulla sua foce. Le alture e i canaloni montani avevano ceduto il posto a basse colline. Il cielo sembrava di porcellana e aveva lo stesso colore degli occhi di Sianadh,

Poi il fiume si avvicinò alla foce.

«Ora che abbiamo raggiunto il Rysingspill, è probabile che ci s'imbatta in un po' di traffico fluviale», avvertì Sianadh. «Talvolta i cacciatori di pellicce si spingono fin quassù... Sono selvaggi uraguhne disposti a rischiare la vita altrui, e anche la loro, in luoghi infestati pur di trarne un guadagno. Se dovessero interessarsi a noi, non riusciremmo a distanziare le loro veloci imbarcazioni, quindi, qualora li avvistassimo, dobbiamo tenere gli occhi aperti e nasconderci, perché non ci penserebbero due volte a tagliare la gola a un paio di viandanti per impadronirsi dei loro averi.»

Per precauzione, i due nascosero i cofanetti sotto il mantello di seta di ragno di Sianadh.

L'ertish spiegò poi alla ragazza che Gilvaris Tarv era una movimentata città portuale in cui briganti e malintenzionati si aggiravano per le strade, mescolandosi ai cittadini e alla nobiltà; era una città priva di mura, senza porte sorvegliate o coprifuoco... Insomma, un interessante covo di marciume dove intere fortune venivano ammassate e perdute, un ribollente centro di commerci. I più ricchi vivevano in città, mentre i poverissimi vivevano all'estrema periferia e talvolta ne venivano addirittura scacciati. Trovandosi sulla costa orientale dell'Eldaraigne, Gilvaris Tarv era un porto cui attraccavano abitualmente le navi provenienti dalla Namarre, adducendo motivazioni commerciali spesso fasulle. Gli ufficiali portuali chiudevano un occhio su quegli affari poco puliti e prosperavano di conseguenza.

«Inutile entrare nel Porto di Tarv su un'imbarcazione che riusciamo a stento a manovrare. Alcuni mercantili ci travolgerebbero... Comunque daremmo nell'occhio, mentre io voglio passare inosservato. Se dovesse diffondersi la voce che abbiamo con noi dei preziosi, anche un singolo scellino, la nostra vita non avrebbe più nessun valore. No, dobbiamo sbarcare prima di arrivare in vista della città ed entrarvi a piedi, come due venditori ambulanti.»

I due non incontrarono imbarcazioni di cacciatori di pellicce. Il quinto giorno dalla partenza dalla Scala d'Acqua, gli alberi si assottigliarono e una lieve nebbia si levò sull'acqua. Il fiume, ora molto largo e fiancheggiato da equiseti color verde ardesia, trasportò la zattera fino ai bordi di una pianura ondulata. Capanne dal tetto di paglia erano visibili in mezzo a boschetti di sorbo e di alberi da frutto e mura di pietra racchiudevano recinti nei quali pascolavano alcuni animali. Il buio cominciò a calare.

Sianadh era sempre più nervoso. «Ormai siamo vicini. Stiamo rischiando troppo... I contadini o i pescatori lungo la riva possono vederci. Cosa penserebbero di due persone dall'aria strana che discendono il



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