Le confessioni del poeta by Maya Sokol

Le confessioni del poeta by Maya Sokol

autore:Maya Sokol
La lingua: ita
Format: epub
editore: AC Edizioni Srl
pubblicato: 2012-11-14T13:31:44+00:00


Elias aveva deglutito, senza commentare. Se avesse parlato forse la sua voce avrebbe svelato quanto, nonostante la situazione, il racconto lo stesse coinvolgendo.

“In ogni caso” proseguì il poeta, “mi feci Nicolas quello stesso pomeriggio. Quando il cavallo scaricò nella giumenta quel che mi figurai come un litro di sperma, io e il mio amico stavamo fiutando l’aria con i denti parecchio scoperti, diciamo. Così, a bruciapelo, rischiando ma non troppo, gli dissi che avevo bisogno di svuotare il serbatoio e lui, ben lontano dallo scandalizzarsi, suggerì che avremmo potuto approfittare della penombra del granaio. Mentre andavamo a infrattarci laggiù, tenni in caldo la sua indubitabile erezione raccontandogli una versione immaginifica e totalmente falsa della mia avventura al bordello, fino a farmi confessare che, nonostante il fisico prestante e gli occhi malandrini, Nicolas era ancora vergine, era riuscito al massimo a strofinarsi contro qualche ragazzotta del paese alle feste parrocchiali, a palpare qualche tetta. Da lì a convincerlo che un buco era un buco, e che il mio culo caldo sarebbe stato più che disponibile ad accogliere il suo perfetto cazzo – non grosso come quello del cavallo ma comunque ben più spesso e lungo del mio – il passo è stato davvero breve. Era così infiammato, il povero ragazzo, dai miei racconti e dalle immagini della monta, che si sarebbe scopato anche il buco del culo di un asino, credo. Quando l’ha tirato fuori dai calzoni era un pezzo di marmo, anche prima che glielo prendessi in bocca. Per lubrificarlo per bene, dissi. Dopo era tutto vergognoso e impaurito, sì, ma durante, mentre trionfante mi deflorava obbligandomi a mordere la paglia per soffocare un grido di dolore, non c’è dubbio che se la stesse proprio godendo. Non abbiamo reiterato l’esperienza, in parte perché la sua etica cattolica deve avergli fatto temere seriamente le fiamme dell’inferno, ma soprattutto perché, proprio mentre il bel Nicolas gridava un sì glorioso, inondandomi le viscere, la mia dolce sorellina ha fatto capolino nel granaio, cercandomi. Trovandomi, trovandoci anzi, ancora agganciati.”

La risata del poeta suona così spettrale, nel buio soffocante della cella. Elias vorrebbe trovare qualcosa da dire per interromperlo, per distoglierlo dal filo dei ricordi. Non tanto per quello che dice, ma per la sua voce. La grossolana leggerezza della storia non si sposa con il tono aspro, tagliente. Tra le parole ronza una rabbia non sopita, una violenza di antica data.

“Sarebbe divertente anche raccontare di come il dolce Nicolas, divorato dal rimorso, sia comunque riuscito ad approfittare della situazione per farsi Colette, qualche tempo dopo, ma mi terrò questa storia per un’altra occasione, se ci sarà. Magari puoi fartelo raccontare da lei. Ti basti sapere che quei sacchi di grano hanno accolto molto più spesso le belle chiappe della mia sorellina delle mie. Il sangue non mente, potremmo dire. Aggiungendo poi tutte le serve che si è sbattuto mio padre, non è escluso che Nicolas potesse essere anche un fratello illegittimo, per dire. Sua madre era stata a servizio da noi in cucina per anni.



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