Le mafie nell'economia legale by Rocco Sciarrone;Luca Storti;

Le mafie nell'economia legale by Rocco Sciarrone;Luca Storti;

autore:Rocco, Sciarrone;Luca, Storti; [Sciarrone, Rocco Storti, Luca ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Diritto, Saggi
ISBN: 9788815353863
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2019-08-15T00:00:00+00:00


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[1] Il fenomeno imprenditoriale è molto diversificato. Le numerose definizioni che esistono in letteratura introducono infatti distinzioni tra i vari sottoinsiemi di imprenditori, per esempio in relazione alla dimensione dell’attività economica, all’orientamento innovativo, alla propensione verso gli investimenti in mercati ad alto valore aggiunto o, viceversa, verso mercati tradizionali. In questo lavoro, conformemente a un orientamento consolidato, proponiamo invece una definizione inclusiva, con pochi requisiti di base, dunque applicabile a molteplici fattispecie di agire imprenditoriale. Imprenditore è chi assume un rischio mediante la creazione di una nuova organizzazione economica, o rilevandone una già esistente – eventualmente innovandola –, per scambiare beni e servizi sul mercato, e coordinando a tal fine i fattori di produzione, ossia capitale e lavoro [Aldrich 2005]. Ulteriori aspetti dell’agire imprenditoriale verranno presi in considerazione solo se rilevanti per comprendere le relazioni di scambio che si instaurano con i mafiosi: ad esempio, come vedremo, imprenditori solidi dal punto di vista economico hanno una maggiore capacità negoziale, che può essere un punto di forza per attivare eventualmente un certo tipo di rapporto con la mafia. Si tenga presente che, secondo dati elaborati dalla Direzione investigativa antimafia, sul totale dei soggetti denunciati e arrestati per mafia tra il 2008 e il 2018, la professione più rappresentata è proprio quella di «imprenditore». Essa è infatti pari al 22% delle persone di cui è indicata, nei dati disponibili, la categoria professionale (oltre 31.000 nel periodo considerato); seguono poi operai e disoccupati, entrambi al 14%, e liberi professionisti, al 10,5%. Si tratta però di dati che vanno trattati con molta cautela, considerando che per quasi 21.000 soggetti, nello stesso periodo, la professione risulta sconosciuta [DIA 2018, 392-393].



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