Mondo digitale by Vanni Codeluppi

Mondo digitale by Vanni Codeluppi

autore:Vanni Codeluppi
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggi Tascabili Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2022-10-15T00:00:00+00:00


4.

La realtà trasformata dal digitale

1. Twitch: la vita in diretta

Nel mondo digitale, gli individui sono continuamente esposti. Vivono cioè in una condizione che può risultare forse maggiormente comprensibile se si fa ricorso all’immagine che il mediologo Marshall McLuhan, mutuandola dall’opera Il balcone del commediografo francese Jean Genet (1956; v. Genet, 1981), impiegò per definire la fotografia nel suo volume Gli strumenti del comunicare (1967): «bordello senza muri». A prima vista, può sembrare che i legami tra questa metafora e il medium fotografico non siano particolarmente intensi. McLuhan però voleva esprimere l’idea che ogni persona che ne fotografa un’altra possiede un notevole potere sulla seconda. La quale, a sua volta, viene trasformata in un oggetto passivo dall’atto del fotografare e assume una natura simile a quella della merce prodotta in serie dalle industrie. Dunque, diventa una specie di prostituta, oggetto sessuale per definizione che si vende sul mercato. Ma è simile anche ai divi del cinema, i quali solitamente si consegnano al dominio pubblico e dunque, come ha scritto McLuhan, «diventano sogni che col denaro si possono acquistare» e addirittura «possono essere comprati, abbracciati e toccati più facilmente che le prostitute» (ivi, p. 202). Anche le persone comuni pertanto, da quando esiste la fotografia, sono indotte a consegnarsi al dominio pubblico. Questa perlomeno è la tesi che McLuhan sosteneva alcuni decenni fa e che possiamo utilizzare anche per parlare del mondo digitale contemporaneo, dove peraltro il ruolo svolto dal linguaggio fotografico è estremamente rilevante. Dunque, è possibile sostenere che è soprattutto in una realtà sociale come quella odierna, dominata dalla comunicazione digitale, che le persone sono costrette a vivere in un «bordello senza muri».

Un bordello dove è necessario sapersi vendere al meglio. Va considerato, d’altronde, come le piattaforme che costituiscono il mondo digitale contemporaneo richiedano costantemente agli individui di costruirsi dei profili di tipo personale. Dunque, quello che in esse soprattutto conta è l’identità degli individui. E questi, per essere riconosciuti, devono agire e devono anche farlo in maniera efficace. Nella vita fisica, infatti, basta loro muoversi per rendersi automaticamente visibili; nel mondo digitale, invece, se vogliono rendersi visibili agli occhi degli altri sono costretti a essere costantemente accattivanti, perché solo in tal modo possono attirare l’attenzione di un proprio pubblico. Devono cioè esibirsi cercando di presentarsi nella maniera migliore possibile.

È noto come il sociologo statunitense Erving Goffman (1969) abbia messo in luce, in un’epoca precedente all’arrivo di Internet, che le persone nella vita quotidiana si esibiscono in pubblico esattamente come fanno gli attori sul palcoscenico di un teatro, ma hanno anche la necessità di disporre di uno spazio di relax, cioè di un’area collocata dietro le quinte nella quale sia possibile riposarsi dalle fatiche dell’esposizione. Invece, uno dei problemi dell’attuale esistenza digitale è che non c’è nessuna area di relax: il pubblico offline se ne va e cambia, mentre il pubblico online è sempre lì (Tolentino, 2020). Le persone si trovano cioè a condurre in maniera continuativa la loro esistenza in un «bordello senza muri». E per gli esseri umani vivere in questo modo comporta una notevole fatica sul piano psicologico.



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