Abbott Edwin A. - 1884 - Flatlandia by Abbott Edwin A

Abbott Edwin A. - 1884 - Flatlandia by Abbott Edwin A

autore:Abbott Edwin A. [Abbott Edwin A.]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: 8845909824
editore: Adelphi
pubblicato: 2002-12-31T23:00:00+00:00


Ma quando finalmente fui uscito dalla sua linea, egli gridò con la sua voce più acuta: «È svanita; è morta!».

«Non sono morto» replicai io. «Sono semplicemente fuori della Linelandia, vale a dire, fuori della Linea Retta che voi chiamate Spazio; sono cioè nel vero Spazio, dove posso vedere le cose come sono in realtà. E in questo momento posso vedere la vostra Linea, o lato, o interno, come vi piace di chiamarlo; e posso anche vedere gli Uomini e le Donne a Nord e a Sud di voi, anzi ve li voglio enumerare, descrivendone l'ordine, le dimensioni e l'intervallo fra l'uno e l'altro».

Dopo aver fatto quel che avevo detto per un certo tempo, esclamai in tono di trionfo: «Siete persuaso, finalmente?». E con questo rientrai in Linelandia, riprendendo la posizione di prima.

Ma il Monarca rispose: «Se foste un Uomo di senno (benché non avendo, a quanto pare, che una sola voce, mi sembra fuor di dubbio che non siete un Uomo ma una Donna), dunque, se aveste una particella di senno, dareste ascolto alla ragione. Voi mi chiedete di credere che vi è un'altra Linea oltre quella indicata dai miei sensi, e un altro moto oltre quello di cui mi rendo conto ogni giorno. In cambio, io vi chiedo di descrivermi a parole o di indicarmi col moto quell'altra Linea di cui parlate. Invece di spostarvi, vi limitate a fare sfoggio di una qualche arte magica per sparire e ritornare visibile; e invece dì una lucida descrizione del vostro nuovo Mondo, mi venite semplicemente a raccontare il numero e le dimensioni di una quarantina dei miei sudditi, che sono cose note a ogni fanciullo della mia capitale. Si può concepire nulla di più sfrontato o irrazionale? Riconoscete la vostra follia o allontanatevi dai miei domini!».

Furioso per la sua pervicacia, e soprattutto indignato per la sua pretesa di ignorare il mio sesso, lo rimbeccai senza misurare i termini: «Essere abbrutito! Vi ritenete la perfezione dell'esistenza, mentre in realtà siete quanto di più debole e imperfetto ci sia al mondo. Pretendete di vedere, e non vedete altro che un Punto! Vi vantate di dedurre l'esistenza di una Linea Retta; ma io le posso vedere, le Linee Rette, e sono in grado di dedurre l'esistenza di angoli, Triangoli, Quadrati, Pentagoni, Esagoni e persino di Circoli. Perché sprecare altro fiato? Vi basti sapere che io sono il completamento del vostro essere incompleto. Voi siete una Linea, ma io sono una Linea di Linee, che al mio paese si chiama un Quadrato: e pensate che anche io, per quanto infinitamente superiore a voi, non conto che poco o nulla fra i grandi nobili della Flatlandia, donde sono venuto a visitarvi, nella speranza di illuminare la vostra ignoranza».

Udendo queste parole il Re avanzò verso di me con un grido minaccioso, come per trapassarmi la diagonale; e in quello stesso momento da miriadi dei suoi sudditi si alzò un immenso grido di guerra, la cui violenza continuò a crescere finché da ultimo mi parve rivaleggiare col fragore di un esercito di centomila Isosceli, e con l'artiglieria di mille Pentagoni.



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