Crazy by Kylie Scott

Crazy by Kylie Scott

autore:Kylie Scott [Scott, Kylie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2020-02-03T08:53:10+00:00


Capitolo undici

«Ada l’ha odiato. Troppe esplosioni».

Come parte del programma per fare uscire Jean di casa e portare in giro la bambina, avevamo provato il cinema. Non era andata proprio secondo i piani, ma stavo rapidamente imparando che i programmi venivano rispettati di rado, se c’era un neonato di mezzo.

Joe scosse la testa arruffata. «Non ci sono mai troppe esplosioni in un film. Hai provato almeno a spiegarglielo?»

«Fanno rumore e lei è piccola».

«Mi sorprende che tu ce l’abbia portata».

«Ci sono spettacoli speciali in cui lasciano le luci accese per le persone con bambini piccoli».

«Ah», rispose lui, mescolando un paio di old fashioned. «Quindi ve ne siete andati?»

«No», dissi. «Ho fatto avanti e indietro vicino al reparto delle caramelle con Ada, così Jean ha potuto vedere il resto del film. Non esce molto, e sarebbe stato un peccato se si fosse persa il finale. Io lo posso vedere quando voglio».

«Buon per te».

«Non riesco a credere che Ada abbia già due mesi. Sembra ieri che eravamo in ospedale per il parto».

«Sono cambiate tante cose per te, da quando lei e Jean sono arrivate».

Scrollai le spalle. «Sì. Ma va tutto bene».

«Be’, per quanto mi riguarda, sono sorpreso e deluso che alla piccola Ada non sia piaciuto il film». Tolse il tappo a due birre e le mise sul vassoio di Rosie.

«Perché?»

«Pensavo le sarebbe piaciuto Thor. Gli uomini con i capelli lunghi e biondi sono i più fighi», disse, scuotendo la propria chioma bionda. Testa di cazzo. «Lo sanno tutti».

«Allora preparati a restare deluso, fratello». Mi asciugai le mani con un asciugamano. «Ada è una signorina intelligente e giudiziosa che preferisce gli uomini con i capelli lunghi e scuri. Me l’ha detto lei».

Rosie ci guardò indifferente. «Siete proprio due deficienti».

«Severa ma giusta», disse Joe.

Sorrisi. «È una cosa di famiglia».

«Credo venga da parte di papà».

«Probabilmente sì», risi. «Mamma sarebbe d’accordo».

Era stata una serata magnifica: tanta gente, ma non era stato stressante. Tutti erano di buon umore. Erano quasi le undici e mezza e la situazione si stava calmando, anche se la musica continuava a suonare. In serate come quella, ero felice di avere un locale. Un terzo di un pub ristorante. Quel che era.

Io, Lydia e Nell avevamo stabilito di non prendere decisioni riguardo all’offerta. Se i proprietari del resort, quelli che volevano comprare il Dive Bar, avessero cercato di farci pressioni per una risposta, probabilmente avremmo rifiutato. Ma, dal momento che erano contenti di lasciare l’offerta sul piatto, bene così. Ci sarebbe rimasta finché non fosse cambiato qualcosa.

Se fosse cambiato qualcosa.

Boyd e Curt, il ragazzo in cucina, si stavano occupando della maggior parte del lavoro man mano che la pancia di Nell si espandeva. Per quanto fosse strano, l’essere così incinta sembrava averle migliorato l’umore. Era come se, passato quel periodo della gravidanza in cui aveva perso la bambina la volta precedente, si fosse concessa di rilassarsi un po’. Aveva anche smesso di stressarmi su Jean. Soprattutto dal momento che avevo mantenuto la promessa di non provarci con lei. Avevo quasi accettato il fatto che Nell non mi avrebbe mai visto come un onesto membro della comunità.



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