Monte Verità. Back to Nature by AA.VV

Monte Verità. Back to Nature by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Lindau
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Il paese delle sacre danze

Monte Verità

capitale occulta della ricerca coreografica del ’900

di Luca Scarlini

La danza è la prima fra le arti, non solo sulla terra, ma nel mondo in generale. Quanto alla nostra terra, quella specie di pas de deux che danza con la luna, senza dubbio ha fornito il primo spunto per l’invenzione del valzer, che, in questo senso, a giusto titolo, può essere intitolato la danza celeste.

Gustav Theodor Fechner, Sulla danza, 1823

La Svizzera è un paese con una quantità di gente stravagante, insomma molto strana e interessante.

Giacinto Scelsi, Il sogno 101, 1981

Isadora Duncan, al culmine della fama, nel 1904 venne chiamata a Bayreuth per creare le danze del Baccanale del Tannhäuser. Lo scandalo per la divina era all’ordine del giorno, ma in questo caso il suo nude look suscitò censure preventive. Parlando con un critico, la tersicorea affermò: «Se mi ostacolano, danzerò in una foresta nuda, con i canti degli uccelli e i suoni degli elementi come musica». Sconvolti dalla sua performance, Ida Hofmann e Henri Oedenkoven, accorsi al sacro tempio wagneriano, la invitarono subito al Monte Verità, che avevano fondato nel 1900 con i fratelli Gusto e Karl Gräser come colonia teosofica, curativa e vegetariana. La grande danzatrice fu in realtà in Ticino molto più tardi, per un breve soggiorno, nel 1913, ma non si esibì mai sulla collina. La sua presenza fu quindi come un lampo, ma segnala come il Monte fu una effettiva capitale della ricerca coreografica nei primi decenni del secolo.

L’attività fisica, la vita all’aria aperta, erano d’altro canto due fra le attività principali per coloro che giungevano a Monescia, fuggendo dai veleni delle metropoli e da uno schiacciante catalogo di nevrosi urbane. Il mondo della Restaurazione aveva costretto i corpi a tormenti di ogni genere, a partire dal micidiale corsetto. Le prime esperienze moderne di rieducazione fisica vennero sviluppate in Svezia, Germania e Francia. In Italia nel 1878 Francesco De Sanctis, nelle vesti di ministro dell’Istruzione, istituì per legge il concetto di ginnastica educativa. Al Monte con indosso gli abiti «della riforma», semplici, dai colori chiari, le danze spontanee erano all’ordine del giorno. I segni non verbali di una scelta alternativa erano evidenti: inauditi capelli lunghi per gli uomini e il corpo nudo, tabù principale di un’epoca moralista, che qui poteva rivelarsi. Il modello di vita proposto era per certi aspetti affine alle esperienze dei coevi Wandervogel in Germania, movimento di massa del ritorno alla vita nei boschi, inaugurato nel 1901. I locali ne furono sconvolti: da qui l’utilizzo massiccio del termine dialettale «balabiott», ossia quelli che ballano nudi; a Locarno, peraltro, venivano prodotte cartoline comiche con i Vegetariani al mercato1.

Nel mondo germanico il modello del ritorno alla natura è centrale nell’esperienza della colonia artistica di Worpswede, in Bassa Sassonia, inaugurata nel 1889 e celebrata da Rilke in un magnifico scritto del 1903. Tra le due esperienze c’è un sentire comune e un articolato legame di persone e idee, ma l’espressione coreografica è una caratteristica specifica del Monte Verità, come aveva già puntualizzato la storica esposizione Le mammelle della verità creata da Harald Szeemann nel 1978.



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