Percy Jackson racconta gli eroi greci by Rick Riordan

Percy Jackson racconta gli eroi greci by Rick Riordan

autore:Rick Riordan [Riordan, Rick]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
Tags: Juvenile Nonfiction, Reference, General
ISBN: 9788852071508
Google: _EZ7CwAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2016-02-23T13:08:01+00:00


QUALUNQUE COSA SIA SUCCESSA, BELLEROFONTE NON L’HA FATTO APPOSTA

Gli antichi Greci chiamarono questo tizio Bellerofonte il Senza Colpa, il che è divertente, perché invece era sempre nei guai.

Il suo vero nome non era nemmeno Bellerofonte. Questo appellativo se lo guadagnò dopo il suo primo omicidio… Ma forse devo cominciare dall’inizio.

Nei tempi antichi, ogni città greca voleva il proprio eroe. Atene aveva Teseo. Argo aveva Perseo.

Anche la città di Corinto aveva il suo bravo Signor Qualcuno. Il suo figlio più famoso fu Sisifo, che gabbò la Morte e fu condannato a una punizione eterna. Cosa che non lo rese molto adatto a fare il divo da poster.

Dopo che Sisifo fu trascinato nell’Oltretomba, salì al trono suo figlio Glauco, che si adoperò per migliorare la reputazione della città. Costruì un nuovo palazzo, sponsorizzò una squadra di calcio di professionisti, appese lungo il corso principale bandiere colorate che annunciavano: Corinto, la tua porta verso il regno del divertimento.

Glauco sposò anche una bellissima principessa che si chiamava Eurinome. Sperava di avere figli nobili che un giorno sarebbero diventati grandi eroi e avrebbero fatto risaltare Corinto sulle mappe.

Unico problema: gli dei erano ancora parecchio arrabbiati per la faccenda di Sisifo. Zeus aveva decretato che i suoi figli non avrebbero mai avuto discendenti che portassero avanti il nome di famiglia. Non voleva altri piccoli Sisifi (Sisifini?) a correre in giro per la Grecia cercando di fregare la Morte.

Per questa ragione Glauco non fu capace di generare figli maschi. Insieme a Eurinome ci provarono per anni, ma senza risultati. Il re se ne affliggeva parecchio.

Una notte stava camminando avanti e indietro nella camera da letto reale, torcendosi le mani. «Che cosa possiamo fare?» chiese alla moglie. «Come riuscirò ad avere un erede al trono?»

«Be’, potremmo avere una figlia» suggerì la moglie. «E lasciare che diventi regina.»

«Oh, per favore!» ribatté Glauco. «Non sono in vena di battute.»

Eurinome alzò gli occhi al cielo. «E va bene. E se adottassimo un bambino?»

«Il popolo non accetterebbe mai un re adottato!»

«Mmm…» La regina volse lo sguardo fuori dalla finestra, sul mare illuminato dalla luna. «In questo caso, forse dovrei pregare per un aiuto divino.»

«Che cosa intendi dire?»

Eurinome sorrise. «Lascia fare a me, caro.»

La regina era sempre stata una grande fan del dio del mare, Poseidone. Evidentemente aveva buon gusto.

La sera successiva scese alla spiaggia e pregò: «O grande Poseidone! Ho un problema! Mio marito non riesce a generare figli maschi, ma desidera con tutto il cuore un erede. Se potessi avere il tuo aiuto, se capisci quello che voglio dire…».

Poseidone sentì la bella regina chiedere la sua assistenza. Sorse dalle onde in tutta la sua gloria, con indosso solo il costume da bagno. «Salute a te, Eurinome» disse il signore dei mari. «Vuoi avere un figlio? Ma certo, ti aiuto io.»

Così è mio padre: sempre attento al bene superiore.

Nove mesi dopo, Eurinome partorì un bel maschietto, sano e vivace. Lo chiamò Ipponoo, perché in questo libro non avevamo già abbastanza personaggi chiamati col prefisso “ippo”.

Re Glauco ne fu deliziato. Era sicuro che il figlio fosse suo! La regina aveva invocato il miracolo, gli dei avevano risposto.



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