Urania 1433 - La città e l'abisso by Walter Jon Williams

Urania 1433 - La città e l'abisso by Walter Jon Williams

autore:Walter Jon Williams [Williams, Walter Jon]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2015-09-15T22:00:00+00:00


Aiah osserva il suo guidatore - pilota, meglio - che infila e sfila spinotti nelle prese per riconfigurare il computer dell’aeromobile. Dà un’occhiata alla lista di controlli, equilibra le turbine, sistema le superfici di controllo. Poi, dopo aver infilato le cuffie, mette una mano sulla cloche e alza le manette. Il plasma ruggisce nell’aria. Le turbine urlano, il muso si solleva, e l’aeromobile balza verso lo Scudo, schiacciando Aiah contro lo schienale.

Aiah volta la testa e guarda Caraqui, piatta sul suo mare, che precipita in basso. Ha avuto quasi la stessa visuale quando ha viaggiato telepresente su un cavo di plasma, ma adesso la sensazione ha una solidità maggiore dell’iperrealtà del plasma, una pesantezza che colloca il viaggio nel regno della sensibilità: lo strappo della gravità, l’odore di carburante, lubrificante e dei seggiolini di pelle, e il grido delle turbine.

L’aeromobile s’innalza fino a mettersi in volo livellato. La sensazione di plasma svanisce; la magia è usata solo durante il decollo. Sul computer del velivolo brillano dei quadranti gialli.

Alfeg, in uno dei sedili posteriori assieme alle guardie di Aiah, si schiarisce la gola.

In basso, palazzi crestati si alzano verso l’aeromobile come dita artigliate, ma sono troppo bassi: il velivolo ha lasciato la piatta Caraqui e i suoi tozzi palazzi ed è entrato nello spazio aereo di Lanbola. L’aeromobile plana, scende di quota: Aiah osserva le lancette che vorticano sui quadranti degli strumenti. Le turbine innalzano un tono più acuto: la struttura è percorsa da vibrazioni. Aiah sente una ragnatela morderle la carne quando i lamentosi giunti idraulici spingono in posizione i freni d’atterraggio. L’aeromobile rallenta, stalla, scende. Per un attimo c’è solo fuoco, mentre scende attraverso una proiezione al plasma. I grattacieli si innalzano da entrambi i lati, e il velivolo trova in mezzo a essi un tetto da usare come nido.

Le turbine smettono di girare e l’aeromobile rallenta fino a fermarsi. Aiah vede il suo comitato d’accoglienza che li aspetta: Ceison e Aratha nelle divise blu scuro della Brigata di Karlo, Galagas in quella grigia degli Scalatori di Landro. In quei giorni Galagas comanda gli Scalatori: Holson è rimasto ucciso nella battaglia.

Il cupolino si apre ruotando sulla destra, e i passeggeri escono a sinistra. Le guardie si dispongono a ventaglio sull’area di atterraggio, e Aiah scende più tranquillamente: il generale Ceison la prende per mano lungo gli ultimi gradini.

— Benvenuta a Lanbola — dice, e saluta militarmente.

Aiah restituisce il saluto. Lei non ha un grado militare, ma quelle truppe sono sue, anche se in un modo ancora non chiarito, e pertanto può anche attenersi ai rituali del caso.

Mentre saluta, però, la giovane prova un leggero senso di assurdità. Non capisce bene che senso abbia un esercito in tempo di pace. Le sembra una contraddizione in termini.

Presenta Alfeg a Galagas, poi attraversa rapidamente la ventosa area di atterraggio. — Come vanno le cose, qui? — domanda.

— Lanbola è tranquilla — sostiene Ceison. — La gente si reca al lavoro, fa quello che deve, viene pagata. I soldi circolano ancora. La borsa è giù, ma non in modo così disastroso.



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