Ci protegge la luna by Agata Bazzi

Ci protegge la luna by Agata Bazzi

autore:Agata Bazzi [Bazzi, Agata]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2022-01-14T12:00:00+00:00


Dignità di un nome

Una sera, improvvisamente, Rosa si alzò da tavola. Cosimo e i fratelli la guardarono. «Cosa c’è?»

Lei esitò, guardava fuori dalla finestra con una faccia strana. «Sta arrivando qualcuno...»

Cosimo scosse le spalle, infastidito come sempre quando sua figlia – come diceva lui – ascoltava le ombre. Rosa spalancò con decisione la persiana sul cortile, ma non c’era nessuno. Tornò a sedersi lasciando tutto aperto, i fratelli non capivano ma non persero l’occasione per prenderla in giro: «Facciamo entrare un po’ d’aria...».

Poco dopo, sulla soglia comparve un uomo anziano, sorridente. «Cosimo...»

Un attimo di esitazione, poi, «Mariano!», e Cosimo si alzò per andare incontro all’amico.

Mariano era tornato, dopo tanti anni. Cosimo presentò i suoi figli, Rosa gli si avvicinò con un sorriso pieno d’affetto: «La mamma ti voleva tanto bene». Entrambi rivolsero lo sguardo verso la foto, ma solo lei vide gli occhi vivi e il sorriso di Caterina, solo lei udì la sua voce che diceva: Per me è un fratello...

Si spostarono per far posto a Mariano sulla panca, Rosa aggiunse un piatto e un bicchiere, Cosimo gli versò del vino e cominciarono a parlare tutti insieme.

«Ora che la guerra è finita...»

«Ne comincia un’altra! Per la conquista dei diritti, della giustizia, del lavoro.» Gli stessi ideali e la stessa passione di prima, di tutta la sua vita.

«Qui non cambia mai niente.»

«Adesso sì che cambierà!»

Per questa speranza Mariano era tornato in paese, ormai più che sessantenne. Non aveva partecipato né alla guerra né alla lotta partigiana, raccontò, le sue condizioni fisiche, oltre che l’età, non glielo permettevano. La schioppettata del 1920 gli aveva lasciato un braccio offeso, il fascismo non gli aveva perdonato il suo ruolo nel sindacato, né lui aveva mai aderito al regime. Era rimasto nascosto, aveva tenuto unite le file degli antifascisti, aveva rischiato e ogni volta era sfuggito ai controlli.

«È arrivato il momento delle conquiste democratiche.»

Solo una volta ricordò gli affetti scomparsi: «I miei genitori, Caterina... Loro non ci sono più, ma i problemi rimangono ed è compito nostro affrontarli».

E Rosa, come quando era bambina, disse: «Sì, la mamma è d’accordo».

In un primo tempo parve che Mariano avesse ragione. Sembrava che fosse cambiato il vento e si videro i primi risultati dell’impegno e della speranza – alle italiane fu riconosciuto il diritto di votare, e i loro voti furono decisivi nel referendum che aboliva la monarchia a favore della repubblica. Il nuovo parlamento democratico promulgò la prima legge di riforma agraria. Mariano ricominciò a girare per la Sicilia spiegando ai braccianti cosa stava succedendo e gli orizzonti che si aprivano: «È un sogno che si realizza» ripeteva.

Ma ben presto i fatti diedero ragione a Cosimo: divenne evidente che la riforma agraria non aveva trovato concreta attuazione, e forse non l’avrebbe trovata mai. E poiché politici di destra, latifondisti e gabellotti ostacolavano l’applicazione della legge, ancora una volta i braccianti si opposero e occuparono le terre. Come prima, durante le manifestazioni, polizia e carabinieri sparavano e uccidevano. Altre volte la sopraffazione avveniva per vie indirette, come in



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