La verità sul caso Cara Dunne by Patricia Gibney

La verità sul caso Cara Dunne by Patricia Gibney

autore:Patricia Gibney [Gibney, Patricia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2024-01-17T14:09:01+00:00


Capitolo 35

Dopo aver distribuito i compiti alla squadra ridotta del turno di notte, Lottie andò a casa a sistemare i problemi con la sua famiglia.

Sua madre la accolse sulla porta. «Ho portato uno sformato. So come fai quando sei bloccata nel bel mezzo di un caso».

«Grazie. Posso chiederti una cosa?»

«Certo».

«Hai convinto tu Leo a comprare la mia parte di Farranstown House?»

«Sei troppo curiosa, signorina, e lo dico per il tuo bene. Dirò una cosa, però. A caval donato non si guarda in bocca. Riposati un po’. Sembri il relitto della Hesperus».

Scuotendo la testa, mentre rifletteva su come sua madre riuscisse sempre a lanciarle delle frecciatine, Lottie osservò Rose avviarsi a passo lento verso la sua auto. Era sempre più curva. La Rose Fitzpatrick dritta e forte di un tempo stava invecchiando in fretta. Lottie però provava poca compassione, perché in quel momento si sentiva più vecchia di sua madre.

Lasciò il cappotto in cima al mucchio sul corrimano. L’odore proveniente dalla cucina le lambiva le narici. Aveva una fame da lupi. Per prima cosa, però, andò a controllare i suoi figli. Sembravano tutti in ottima forma, pronti ad accoglierla con dei silenziosi cenni di saluto. Un film muto, come diceva sempre Adam. Stavano aspettando di capire in che forma fosse lei. Non buona, comunicò in silenzio.

Katie la seguì in cucina. Mentre accendeva il forno per riscaldare lo sformato, Lottie la sentì sfilare una sedia da sotto il tavolo. Le gambe della sedia scricchiolarono sul pavimento di piastrelle.

«Dov’è il mio ometto adorabile?»

«Louis è a letto». Katie si mise a sedere. «Mamma, possiamo parlare un minuto?»

«Certo».

Ovviamente sua figlia maggiore non aveva recepito il messaggio. Lottie si accomodò a sua volta, preparandosi per una bella litigata.

Katie giunse le mani sopra il tavolo. «Come ti ho detto al telefono, mamma, voglio portare Louis a trovare suo nonno Tom per Natale. Penso che farebbe bene anche a Chloe venire. Tom dice che New York è favolosa in questo periodo dell’anno».

Lottie alzò il naso. «Presumo che sia Tom Rickard a pagare il viaggio».

Non le piaceva l’idea che Tom finanziasse i viaggi di Katie, ma Louis era suo nipote e non poteva impedirgli di vederlo. Sentì un tormento strisciarle sottopelle come un verme affamato. Le stava portando via la famiglia da sotto il naso, facendo leva sui soldi? E Leo stava facendo lo stesso?

«Sapevo che il primo commento che ti sarebbe uscito di bocca sarebbe stato su quei maledetti soldi», sbottò Katie.

Lottie sollevò le mani e abbozzò un sorrisetto diffidente. «Lo faccio sempre, vero?»

«Sì».

«Detto ciò, non sono sicura che sia una buona cosa stare lontane per Natale. La nonna sentirà la vostra mancanza. E che mi dici di Sean?». Era a lei che sarebbero mancate.

«L’abbiamo chiesto a Sean», si affrettò a dire Katie. «Dice che non vuole mettersi in viaggio».

«Sei sicura che gliel’avete domandato?».

Katie chinò il capo. Lottie non era certa di come interpretare quel gesto.

«Sarà scontroso come un grizzly durante le feste avendo solo me a fargli compagnia».

«Stai di nuovo pensando a te stessa».

«Penso a tuo fratello. È già di umore abbastanza nero senza che gli piombi addosso anche questa».



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