Il guerriero by Kurimoto Kaoru

Il guerriero by Kurimoto Kaoru

autore:Kurimoto, Kaoru [Kurimoto, Kaoru]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Ro
ISBN: 8842913499
editore: Nord
pubblicato: 2006-04-10T22:00:00+00:00


PARTE TERZA

IL PADIGLIONE

DEL GENERALE

1

Nei Confini, il sole brillava alto nella volta celeste, la sua intensa luce bianca ardeva sulle rocce delle terre selvagge di Nospherus, quasi volesse ridurre tutto in cenere.

Sull’orlo di un dirupo, all’ombra di una grossa roccia appuntita, era stata sistemata un’ampia tenda di tessuto rinforzata con lacci in pelle: il padiglione di Amnelis, figlia dell’arciduca di Mongaul. Era la base operativa temporanea dei cavalieri di Gohra che avevano attraversato il Kes la notte precedente.

In cima alla tenda era stato issato uno stendardo col leone nero di Gohra e con lo scorpione dorato di Mongaul. Sotto la sua garrente ombra si scorgevano due sentinelle di guardia all’ingresso della tenda. Il resto della truppa, più di cinquecento uomini, aveva occupato lo spazio circostante coi cavalli, formando cerchi concentrici intorno al padiglione. I soldati erano a riposo, ma comunque all’erta e pronti a tornare in azione.

Guin, Rinda e Remus sedevano sul terreno spoglio, sotto gli occhi guardinghi di numerosi cavalieri. Il sole cuoceva loro la pelle, in modo particolare a Guin, che sentiva pulsare per il caldo le ferite infette e doloranti.

I tre compagni non erano stati legati o ammanettati, ma Rinda si lamentava per il trattamento con qualsiasi soldato si degnasse di ascoltarla. Ogni volta, in tutta risposta, le veniva ordinato di attendere in silenzio. Sembrava che Amnelis si stesse preparando per interrogare i prigionieri là, nelle terre selvagge, senza aspettare di fare ritorno sull’altra riva del fiume.

«Be’, se dobbiamo aspettare, che ne direste di darci almeno un po’ d’acqua? Quanto intendete farci restare qui seduti, in mezzo alla sabbia, si può sapere? Ma che razza di cavalieri siete?»

Le ferite di Guin, la fuga di Istavan, la preoccupazione per quanto successo alla povera piccola Suni, per non parlare della loro situazione disastrosa, erano più di quanto Rinda potesse sopportare. A ogni modo, per quanto supplicasse i cavalieri, la risposta era sempre lo stesso freddo: «Aspetta e vedi di tacere!»

«Che Jarn sia mille volte maledetto per aver concesso la vittoria a Mongaul. Ma il vostro regno durerà molto, molto poco!» gridò Rinda, tuttavia nemmeno con quella provocazione riuscì a ottenere una risposta soddisfacente dalle arcigne guardie.

Infine, dalla tenda giunse un ordine secco: «Fate entrare i prigionieri».

Le guardie li fecero alzare e Rinda guardò in tralice un soldato che l’aveva spinta verso l’ingresso, ma in realtà era contenta di potersi finalmente sottrarre a quel caldo insopportabile.

Per un attimo, entrando nel padiglione buio, Rinda non vide nulla. Remus ebbe la prontezza di sorreggerla mentre stava per inciampare in qualcosa, rischiando di finire lunga distesa sulla sabbia.

Una volta all’interno, sentirono una voce femminile esclamare sorpresa: «Sono solo in tre?» Era la voce di una donna abituata a ottenere risposte immediate e a dare ordini che venivano prontamente eseguiti. «Vlon! Lindrot! Inviate una pattuglia in ricognizione nell’area circostante. C’erano cinque persone sulla chiatta, e voglio che troviate le altre due.» I capitani annuirono e si precipitarono fuori. Dopo un istante d’esitazione, tuttavia, Lady Amnelis li richiamò indietro. «Forse è meglio di no, visto che pare abbiamo già trovato ciò che stavamo cercando.



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