L'apostolo del Demone by R.A. Salvatore

L'apostolo del Demone by R.A. Salvatore

autore:R.A. Salvatore [Salvatore, R.A.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantasy
ISBN: 8834413075
editore: Armenia
pubblicato: 2001-05-14T16:00:00+00:00


XX

Rimpianti

* * *

«Non stai pensando con chiarezza, ragazza», affermò Belster, alzando la voce più di quanto fosse stata sua intenzione, poi serrò di scatto le labbra e si guardò intorno con nervosismo, constatando con sollievo che nessuno pareva averlo sentito dato che quella sera la Via era più affollata e rumorosa del solito.

Pony si appoggiò pesantemente al bancone, rigirando i pollici con fare impaziente.

«Quante di queste persone credi si uniranno a quei musi neri?» chiese Belster, usando il soprannome comunemente dato ai Behrenesi.

«Ma certo, data la sicurezza della nostra posizione è ovvio che possiamo ignorare eventuali alleati», ribatté con sarcasmo Pony. «Dopo tutto, le probabilità a nostro favore sono già schiaccianti».

«Sai benissimo cosa intendo dire», borbottò di rimando Belster. «I Behrenesi non sono e non sono mai stati amati dalla gente di Palmaris, una situazione che il vescovo De’Unnero è stato particolarmente abile a sfruttare. Non gli è stato difficile farli apparire come un nemico, e adesso tu mi dici che potremmo dover combattere al loro fianco. Io sostengo che è un errore e che se persisterai nel percorrere la stessa strada del capitano Almet perderemo anche i pochi alleati che abbiamo».

«Al’u’met», lo corresse Pony. «È uno degli uomini più onorevoli che abbia mai conosciuto».

«Il semplice colore della sua pelle impedirà alla maggior parte della gente di rendersene conto».

«In tal caso si tratta di un preconcetto sbagliato», insistette Pony, poi sollevò lo sguardo su Belster con aria interrogativa e aggiunse: «È davvero questo ciò che temi oppure anche tu nutri irragionevoli pregiudizi nei confronti dei Behrenesi?»

«Ecco…» borbottò Belster, preso in contropiede da quell’accusa diretta. «Ecco, non li conosco abbastanza bene da poter tranciare giudizi. Ne ho incontrato uno una volta, ma solo per breve…»

«Hai detto quanto basta», lo interruppe Pony, in tono asciutto.

«Oh, adesso stai distorcendo le mie parole e i miei pensieri», protestò il locandiere.

«Soltanto perché sai che quei pensieri sono indegni», ribatté Pony. «Se si arriverà a uno scontro aperto Al’u’met è disposto a schierarsi con noi e così pure tutti i Behrenesi. Sono alleati che non possiamo ignorare».

«Tu credi in quest’uomo?» domandò Belster, per la quarta volta dall’inizio della conversazione.

«Avrebbe potuto uccidermi».

«D’accordo, lasciandoti andare ha fatto la scelta più giusta, ma secondo me lo ha fatto per tornaconto personale», dichiarò Belster.

«Mi ha restituito le mie pietre magiche, tutte quante», aggiunse Pony.

Belster emise un profondo sospiro e sollevò le mani in un gesto di sconfitta, scuotendo il capo; poi però sul volto gli si allargò un sorriso e lui sollevò lo sguardo su Pony con aria impotente.

Lei però non lo stava più guardando e stava fissando con espressione preoccupata un punto alle sue spalle. Girandosi verso la porta Belster vide che nella locanda stavano entrando un paio di soldati… guardie cittadine e non i soldati del re che ultimamente erano comuni, troppo comuni, nelle vie di Palmaris… e che era uno di essi in particolare, una donna con i gradi di ufficiale e i capelli di un rosso acceso, che stava attirando l’attenzione di Pony.

«La conosci?»

«Abbiamo combattuto insieme nel nord», sussurrò Pony.



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