Un bacio nell'ombra by Hamilton Laurell K

Un bacio nell'ombra by Hamilton Laurell K

autore:Hamilton Laurell K. [K., Hamilton Laurell]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Nord
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


21

Quando mi appoggiai allo schienale del sedile il rivestimento di pelle sospirò in modo quasi umano. Un pannello di vetro scuro c’impediva di vedere Barinthus; era come stare dentro una capsula spaziale nera. In un piccolo scomparto davanti a noi c’era un secchiello con dentro del ghiaccio e una bottiglia di vino avvolta in un candido tovagliolo. Due calici di cristallo riposavano negli appositi loculi, in attesa di essere riempiti. Dietro la bottiglia c’erano un vassoio di crostini e qualcosa che sembrava caviale.

«Siete stati voi a preparare tutto questo?» domandai.

Galen scosse il capo. «Vorrei averci pensato. Io, però, avrei lasciato perdere il caviale, da buon campagnolo mangiafagioli.»

«A te i fagioli non piacciono.»

«Però sono un campagnolo.»

«Come no! Un campagnolo di città.»

Lui mi regalò un sorriso che mi riscaldò dalla testa ai piedi, poi tornò serio. «Ho dato un’occhiata qua dentro, prima di partire.» Al mio sguardo interrogativo, si strinse nelle spalle. «Avevo pensato anch’io che la regina si stesse comportando in modo strano. Volevo assicurarmi che non ci fossero sorprese dietro quel vetro nero.»

«E allora?»

Lui prese la bottiglia. «Questa roba non c’era.»

«Ne sei sicuro?»

Galen annuì, mentre scostava il tovagliolo per leggere l’etichetta. Emise un fischio sommesso. «Viene dalla sua cantina privata!» Il tappo era stato tolto affinché il vino si ossigenasse, per cui Galen usò una certa cautela nel tendermi la bottiglia. «Ti va di assaggiare un borgogna invecchiato per qualche migliaio di anni?»

Scossi il capo. «Ti ringrazio, ma non intendo mettermi in bocca niente che mi sia stato offerto da questa macchina.» Diedi una pacca sul bracciolo del sedile. «Senza offesa, piccola.»

«Potrebbe essere un dono della regina», disse Galen.

«Ragione in più per non berlo. Non prima che io abbia scoperto cosa c’è in ballo, almeno.»

Galen mi guardò, annuì e ripose la bottiglia nel secchiello. «Non posso darti torto.»

Ci rilassammo contro il morbido schienale. Il silenzio sembrava più pesante di quello che avrebbe dovuto essere, come se qualcuno ci stesse ascoltando. Non potei fare a meno di pensare che si trattasse dell’auto.

La Vettura Nera è uno di quegli oggetti fey che possiedono un’energia, se non addirittura una vita, propria. Che si sapesse, non era stata creata da nessuno: era semplicemente esistita fin dal passato più remoto che chiunque potesse ricordare… seimila anni e passa. Naturalmente, all’epoca era stata una biga nera trainata da quattro cavalli dello stesso colore. Non cavalli sidhe, beninteso… Sembravano non esistere affatto, finché non scendeva il buio. Solo allora prendevano forma: quattro creature di tenebra, le cui orbite vuote si riempivano di fiamme non appena venivano aggiogate alla biga.

Quando l’avevo vista per la prima volta era già da molto tempo una carrozza col tiro a quattro. Un bel giorno - nessuno ricordava esattamente in che anno - la biga aveva cambiato forma; soltanto i cavalli erano rimasti gli stessi. La biga si era trasformata perché i veicoli di quel genere erano caduti in disuso… Si era aggiornata, per così dire.

Poi, una notte di quasi vent’anni prima, la Vettura Nera aveva di nuovo mutato aspetto e al suo posto era apparsa la limousine.



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