Black & White by Alberto Della Rossa

Black & White by Alberto Della Rossa

autore:Alberto Della Rossa [Alberto Della Rossa]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-04-10T22:00:00+00:00


In ogni caso il tetto era ancora da riparare, e non potevo certo confidare nella clemenza dell’autunno inglese. Decisi pertanto di verificare di persona quante tegole fossero volate via durante la tempesta.

Il giorno dopo, di buon mattino, salii sulla scala sotto lo sguardo inquisitorio di Mr.White che faceva da guardia ai miei piedi. C’era un bel sole, e pensai si stesse godendo gli ultimi raggi caldi prima che l’autunno prendesse il sopravvento. Mr.Black mi seguiva con lo sguardo dalla cima del sorbo, interrotto di tanto in tanto da qualche insetto che correva sui rami.

Una volta sul tetto mi accorsi con sollievo che i danni erano risibili. Il camino era in ottime condizioni e mancava all’appello solo qualche tegola: nulla che non fossi in grado di riparare da solo.

Mi fermai per qualche istante a guardare la brughiera a sud, illuminata dal sole mattutino. Il terreno era coperto dalla bruma che avvolgeva i cespugli di cardi e di erica. In molti definirebbero spettrale l’immagine. Chi si macchia di questa ingiustizia di certo non è inglese, men che meno del Devon. Con lo sguardo potevo seguire il corso del fiume Taw snodarsi per il Dartmoor come un serpente dalle scaglie lisce e lucenti. Mi persi a guardare un gruppo di folaghe alzarsi in volo a non più di qualche centinaio di metri di distanza.

Era uno spettacolo incantevole sebbene quella stessa terra, quella stessa brughiera, fosse diventata una trappola mortale per un ragazzino colto dalla tempesta in un pomeriggio di giochi e di passeggiate.

Mi soffermai sulla banale considerazione della caducità della vita. Mi chiedevo se davvero le nostre esistenze fossero trascinate da eventi casuali o se esistessero forze o entità in grado di alterare il corso degli eventi. Mi interrogavo sulla presenza del divino, o quantomeno di un disegno; proprio io che avevo abbracciato durante la guerra un solido agnosticismo, una sospensione del giudizio a favore di una gestione serena e logica di ciò che mi si presentava giorno per giorno. Forse gli ultimi eventi avevano mosso qualcosa. Forse ero semplicemente arrivato a quella fase finale della vita, quando si iniziano a tirare le somme.

Sogghignai nel ricordare il Libro dei Morti egizio, ammirato al Louvre di Parigi nel luglio del ‘45, poco prima della fine della guerra, in una Francia in cui si ricominciava a respirare la libertà. La pergamena raffigurava la pesatura dell’anima, con gli dei attorno al cuore di un uomo sul piatto di una bilancia e il giudicato in piedi, in attesa del verdetto.

Non avevo la minima idea di quanto potesse pesare la mia anima. Avevo fatto degli errori, come tutti del resto, e forse la distanza di due dei miei tre figli era una sorta di punizione. Avevo combattuto e avevo ucciso come molti dei miei compagni d’armi. La guerra si era portata via un pezzetto di ognuno di noi, e con qualcuno era stata più esigente. Avevo conosciuto più di un uomo che, stordito dall’enormità dell’uccidere un proprio simile, aveva scambiato lo shock per un illusorio senso di onnipotenza.



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