Cara Massimina by Tim Parks

Cara Massimina by Tim Parks

autore:Tim Parks [Parks, Tim]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 88-452-3780-X
pubblicato: 1998-12-31T16:00:00+00:00


"Per me?" Massimina era raggiante. "Morris!"

"Ecco perché ho fatto tardi." Morris si sentiva debole, completamente sfinito. Non ricordava di essersi mai sentito così esausto. La polizia non poteva fare a meno di trarre le dovute conclusioni con quel giornale accanto ai corpi, spalancato proprio alla pagina del sequestro. Si lasciò cadere sul letto.

"Per di più, mi si è rotto un sandalo, così ho passato mezz'ora a cercarne un nuovo paio e quando ho trovato quelli che volevo mi sono accorto di aver speso tutti i soldi per il San Cristoforo. "

"Quanto sei caro! " rise lei.

Era interessante, rifletteva Morris, alla ricerca di un barlume di lucidità, in quanti modi diversi avrebbe potuto trascorrere quell'ora e mezza e tornare a casa senza scarpe ai piedi e una medaglietta d'argento in tasca. L'omicidio era stato forse soltanto un incubo.

"Ci proteggerà nel nostro viaggio," proclamò solenne la ragazza, passandosi la catenina al collo. Morris non aveva previsto quello scopo. Ma andava a pennello. Lei gli si avvicinò per ringraziarlo con un bacio, ma di colpo Morris si ricordò delle macchie di sangue sul polsino e sulla gamba dei pantaloni e sottraendosi all'abbraccio balzò in piedi.

"Sono sudato fradicio. Ho i vestiti che puzzano."

La loro era una tipica stanza di pensione, piccola e soffocante, un lettone, un armadio e un tavolino, il pavimento nudo e un lavandino con lo specchio in un angolo. Morris aprì il rubinetto, si sfilò i pantaloni e si sbottonò la camicia. Affondò i vestiti nell'acqua e senza nemmeno voltarsi strofinò rapidamente la macchia del pantalone contro quella del polsino. Le macchie si sciolsero e sparirono quasi all'istante. Al diavolo i tormenti di Lady Macbeth. Non c'era niente di più facile che togliere qualche macchia di sangue.

Poi, quando si voltò per afferrare un asciugamani, si trovò accanto Massimina, completamente nuda. Aveva lasciato cadere la gonna grigio perla, che ora giaceva ai suoi piedi, e si stava sfilando la maglietta rossa. Sotto i vestiti, non portava biancheria intima. Il cespuglio del pube nereggiava sotto la curva perfetta del ventre. Morris s'irrigidì. Era troppo stanco per affrontare un'altra crisi, dopo quella appena vissuta. Molto lentamente, si asciugò le mani, fissandola, sentendo la tensione montare dentro di sé.

La stanza non era luminosa. La finestra era ombreggiata dai palazzi dall'altro lato della vecchia strada. Massimina era immobile, bellissima e più formosa di quanto non avesse immaginato, nella luce soffusa che filtrava dall'esterno. Piegò la testa di lato, accennando un sorriso.

"Non è peccato, Morri. Lo sai anche tu. Io so che ti amo. E tu sei così generoso e premuroso con me, mi porti sempre tanti doni, mi sento così sicura adesso…"

Morris sentì che stava per venir meno e chiuse gli occhi per un attimo.

"Morri?" Lei sollevò le sottili braccia dorate, le mani aperte, le palme rivolte in alto in un gesto di offerta. Pensava senz'altro oh quanto sono romantica, era chiaro. Copiava le stronzate che leggeva nei libri. Morris però si sentì gli occhi pieni di lacrime. Un'ondata di affetto montava dentro di lui, superando l'antico disgusto, le immagini di suo padre con Eileen sul divano, i loro grugniti immondi.



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