Sirene by Tricia Rayburn

Sirene by Tricia Rayburn

autore:Tricia Rayburn
La lingua: ita
Format: epub
editore: V x Vendetta


14

«È cominciata in primavera. Mi ricordo la data esatta perché eccetto tutti i giorni che sono venuti dopo, quello è stato il più strano della mia vita.»

Passai una tazza di tè caldo a Caleb, accoccolato sul divano e avvolto in una coperta, e una a Simon seduto di fronte a lui. Ci sarebbe stato posto di fianco a Simon ma mi sentivo terribilmente in imbarazzo per il modo in cui mi ero avvinghiata a lui quel pomeriggio, così mi ero sistemata accanto al caminetto.

«Voglio dire… stiamo parlando di Zara. Zara Marchand. Prima del primo maggio, nemmeno perdeva un secondo a guardarmi, figuriamoci rivolgermi la parola. E poi si è presentata al Lighthouse.» Caleb sospirò, lanciando un’occhiata a Simon, e aggiunse: «A proposito, mi sono licenziato da Monty.»

«Abbiamo saputo» commentò Simon.

«Ho dovuto. Avevo bisogno di soldi. Non te l’ho detto, a te e a nessun altro, perché tutti quelli che mi conoscono sanno come la penso su Monty e il porticciolo, e non volevo che cercaste di farmi cambiare idea.»

Guardai nella mia tazza, accigliata. Aveva bisogno di soldi? E perché?

«Non c’è problema» lo tranquillizzò Simon. «Ne parleremo dopo.»

«Quindi Zara un giorno si presentò lì come se niente fosse» proseguì Caleb. «Io stavo trasportando degli scatoloni e lei mi fermò sul molo per dirmi che aveva un biglietto da parte di sua madre per uno dei proprietari, Carsons.»

Paul Carsons. La prima vittima a morire dopo Justine.

«E sapete una cosa? Io volevo passarle accanto senza dirle una parola. Volevo trattarla esattamente come si meritava, come l’avevo vista trattare tanta gente a scuola…» Guardò fuori dalla finestra per un attimo e poi aggiunse: «E vorrei averlo fatto».

«Invece le hai parlato?» gli domandò Simon.

«Sì. Al Lighthouse l’unica cosa che conta sono i soldi. I suoi finanziatori vogliono che cresca, si espanda e diventi il miglior posto di villeggiatura della zona.»

«Il che significa far contenti i clienti.»

«Esatto. Gli impiegati devono essere gentili e servizievoli in modo che gli ospiti si sentano importanti. Ecco perché non potevo semplicemente ignorarla. Se si fosse saputo che non mi ero dimostrato disponibile con qualcuno, che fosse o no socio del club aveva poca importanza perché un giorno avrebbe potuto diventare socio, io avrei perso il lavoro. E io avevo bisogno di quel lavoro.»

Incrociai lo sguardo di Simon. Sapevo che entrambi ci stavamo chiedendo la stessa cosa: perché?

«Quindi la accompagnai a cercare Carsons. Visitammo tutta la proprietà, le illustrai tutte le sue attrattive, proprio come facciamo con chiunque visiti il Lighthouse.»

«Sembra una gran scocciatura» commentò Simon.

«Non proprio. Sulle prime era impaziente, ma più camminavamo insieme e più Zara si rilassava. Mi faceva domande, ascoltava le risposte. Rideva delle battute stupide che non fanno mai ridere nessuno.» Sorseggiò il tè e aggiunse: «Non riuscimmo a trovare Carsons, ma dopo un po’ lei sembrava essersi dimenticata il motivo della sua visita. E poi…» Caleb fissò la tazza, che gli tremò tra le mani.

«E poi?» lo incalzò Simon.

«E poi mi ha chiesto se potevamo bere qualcosa insieme.» Caleb chiuse gli occhi. «Sul molo in fondo alla proprietà.



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