Effetto farfalla by Vanessa Ferrari

Effetto farfalla by Vanessa Ferrari

autore:Vanessa Ferrari [Ferrari, Vanessa]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: f20
editore: Mondadori
pubblicato: 2015-11-26T23:00:00+00:00


XII

Dunque cominciai le onde d’urto col dottor Zattoni.

Due volte alla settimana, dolorosissime. Serravo le mandibole e contavo le scosse, a una a una.

Poi, pian piano, rientrai in palestra. Situazione in miglioramento, barlume di speranza.

Allora tornai a saltare.

Ma non appena saltai, tornarono anche i problemi.

Situazione in peggioramento.

Barlume dissolto.

Strinsi i denti e strisciai fino a marzo, Europei di Milano 2009.

Vinsi un argento al corpo libero, e fu l’unica medaglia italiana, tra l’altro considerando sia la rappresentativa maschile sia quella femminile.

Avevo tre gare: qualifiche, finale all-around, finale corpo libero.

La mattina della finale al corpo libero faticavo a camminare.

Per fortuna ero in camera con Lia Parolari e devo dire che lei è stato uno dei pochi spiragli di luce di questo periodo. In sua compagnia stavo bene, sono sempre stata bene, era in gamba e sapeva divertirsi. Ricordo che una notte non riuscivamo a dormire, era almeno l’una, e ci siamo messe a fare il karaoke in stanza, stonatissime. Ci riprendevamo mentre cantavamo orrendamente e poi ci riguardavamo, schiantandoci per le risate. Lei mi tranquillizzava, però io non mi sentivo come avrei voluto sentirmi.

Tirando le somme, direi che, date le mie condizioni di partenza, questo risultato mi ridiede un bel po’ di coraggio. Avevo lavorato pochissimo ed ero indietro con la preparazione, ma dimostrai a me stessa che, pur in precarissimo assetto, ero ancora in grado di guadagnarmi un secondo posto.

Faticavo a dimagrire, ogni tanto vomitavo, non ero regolare con l’alimentazione, ma forse – forse? – cominciava ad andare un po’ meglio.

A volte la mattina mi alzavo e non riuscivo a poggiare il piede in terra, pena il castigo di una tempesta di fitte lunghissime.

Prima del corpo libero ebbi paura di non riuscire a saltare, ricordo la sensazione di autentico panico già in sala warm up.

Banchetto della Federazione: per la prima volta uscimmo a ballare coi maschi.

Andrea si era infiltrato, per questo lo conobbi.

Il banchetto era destinato ovviamente agli atleti che avevano gareggiato, ma lui era ancora giovane e quello sarebbe stato l’anno in cui avrebbe esordito.

In ogni caso, si intrufolò: ed eccolo.

Prima degli Europei, io ero in collegiale, mi aveva mandato un messaggio su Facebook e mi aveva scritto.

«Ciao, come stai?»

«Bene, grazie.»

Conversazione finita.

La prima volta che lo vidi, come da copione, non mi piacque subito.

Ricordo che mi chiedeva sempre: «E Ilaria Colombo?».

Io non capivo cosa volesse da questa tipa e soprattutto perché sentisse il bisogno impellente e continuo di informarsene con me. Ilaria è un’ex ginnasta di Lissone che adesso fa la commentatrice; è fidanzata con Paolo Ottavi, anch’egli atleta di quegli Europei, e abitano nelle Marche.

Insomma, andò che quella sera, dopo il banchetto, volevamo andare all’Hollywood ma c’era troppa gente, un turbinio di persone mai visto, code bibliche sul marciapiede, perciò alla fine ripiegammo su una discoteca minore.

Questo Andrea Cingolani che mi scriveva su Facebook e mi tartassava chiedendomi di Ilaria Colombo, venne da me e mi disse: «Venite anche voi?».

Io ho pensato: sei tu che ti sei infilato, dunque sei tu che vieni con noi.

Ricordo che parlavamo e non capivo nemmeno



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