Per questo mi chiamo Giovanni by Luigi Garlando

Per questo mi chiamo Giovanni by Luigi Garlando

autore:Luigi Garlando
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
ISBN: 9788817026147
editore: Rizzoli
pubblicato: 2007-12-31T23:00:00+00:00


8 Il mostro è in gabbia!

Il Palazzo di Giustizia di Palermo è un grande scatolone, fatto di marmo e di cemento, con una lunga scalinata davanti. Ai lati della scalinata ci sono due specie di scivoli. Chiesi a papà a cosa servivano e lui rispose: "Guarda".

Proprio in quel momento stavano arrivando tre auto blu a forte velocità, con i lampeggianti accesi: salirono sullo scivolo e si fermarono proprio davanti alla porta del Palazzo. Dalla prima e dalla terza auto scesero dei ragazzi con una mitraglietta in pugno che si guardarono intorno; dalla seconda scese qualcuno che però non riuscii a vedere perché entrò come un razzo nel tribunale.

"Visto? Gli scivoli servono ai giudici per arrivare il più possibile vicino alla porta d'ingresso e limitare così il rischio di attentati. Li hanno costruiti durante la grande guerra contro il mostro, quando questo palazzo è diventato un bunker, una specie di fortino blindato. Tanti lo chiamo il Palazzaccio, U palazzu, in dialetto." "Il fortino di Giovanni e della sua squadra?" "Sì, qui è stata studiata ogni mossa della battaglia contro il carciofo e qui è stato messo in gabbia. Ma come ti ho detto questo è stato anche il fortino del mostro, perché qui per tanti anni gli uomini d'onore entravano e uscivano senza essere condannati.

Per i mafiosi, frequentare le caserme degli sbirri, cioè dei carabinieri o dei poliziotti, è sempre stata un'infamia, ma entrare in questo palazzo no. Lo hanno sempre considerato una specie di posto di lavoro, come un mercato o una fiera, dove si possono fare buoni affari. Il salone che c'è oltre quella porta, al mattino, è pieno di gente come una piazza di paese alla domenica. C'è da divertirsi a restare a guardare. Puoi indovinare tutto dai vestiti." "Cioè?" "I ragazzi con i jeans e la borsa a tracolla sopra la maglietta sono le guardie che proteggono i giudici. In quella borsa tengono una pistola di grosso calibro: di solito una Magnum 357. I mafiosi si presentano con vestiti molto costosi ma di pessimo gusto, che piacerebbero solo a te... Camicie colorate, orribili, catene d'oro al collo... Quelli vestiti più eleganti invece sono gli avvocati che li difendono: impeccabili giacche di lino d'estate, di lana d'inverno. Poi ci sono certe vecchiette tutte vestite di nero, accompagnate da vecchietti che non parlano mai: sono i parenti dei mafiosi arrestati o di quelli uccisi. In questa fiera gli uomini d'onore hanno sempre fatto ottimi affari, ma quel giorno no. Quel giorno Giovanni gliela fece pagare salatissima. Quel giorno il mostro restò intrappolato al mercato! Uno spettacolo. Siediti." Mi sedetti su una delle panchine che ci sono accanto alla cancellata del Palazzaccio, mentre papà restò in piedi a raccontare davanti a me, gesticolando come un vero attore di teatro.

"Quel giorno è il 1° febbraio 1986. In questo palazzo si apre il maxiprocesso a Cosa Nostra. Giornali e televisioni lo chiamano così: maxiprocesso, perché è grande. È stata preparata un'aula apposta, un'aula-bunker, blindata contro gli attentati; è gigantesca e i giornalisti scrivono che sembra un'astronave verde.



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