Ibrahimovic fan book by Achille Rubini

Ibrahimovic fan book by Achille Rubini

autore:Achille Rubini
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori Libri Trade Electa
pubblicato: 2020-03-27T12:00:00+00:00


CAPITOLO 13

L’INTER

Quando arrivò in Germania con la Nazionale, Zlatan sperava che quelli del 2006 diventassero i suoi Mondiali. Aveva aspettato a lungo quel momento. Purtroppo però il vecchio infortunio agli adduttori si era di nuovo fatto sentire, e gli rendeva molto dolorosi tutti i movimenti. Nella prima partita (contro la sconosciuta selezione di Trinidad & Tobago), la Svezia non andò oltre un deludente pareggio. Riuscì poi a battere il Paraguay all’ultimo minuto e pareggiò con l’Inghilterra. Nonostante questi risultati, agli ottavi fu battuta nettamente dalla Germania e fu eliminata.

A Zlatan non rimase che tornare in Italia.

La situazione però restava critica. La Juventus era stata retrocessa in B (con una penalizzazione). La società era a pezzi. I dirigenti si erano dimessi tutti. Il nuovo direttore sportivo (al posto di Luciano Moggi) era Alessio Secco, un giovane manager che, fino a poco tempo prima, aveva avuto il compito di chiamare i giocatori per informarli sugli orari degli allenamenti. Insomma, la situazione era preoccupante.

Per Zlatan il rischio di restare lì e giocare in Serie B era grande, troppo grande. I giorni passavano senza che accadesse nulla. Poi, verso la fine agosto, Mino gli telefonò.

«Le trattative si sono sbloccate. L’Inter ti vuole, e ti cerca anche il Milan» lo informò.

Il Milan era senza dubbio la società italiana più importante (dopo la retrocessione della Juve). In realtà era stato sfiorato dallo scandalo scommesse, ma se l’era cavata con una penalizzazione di pochi punti.

Zlatan era incerto. «Cosa mi consigli di fare?».

Il procuratore non ci pensò nemmeno su. «Milan. Hai più possibilità di vincere, con loro».

Così Zlatan accettò di incontrare Ariedo Braida, il direttore generale della squadra rossonera.

«Kakà è la nostra stella, ma tu al Milan puoi diventare un giocatore importante» gli disse Braida.

Peccato che Zlatan non ne rimase colpito. Aveva avuto l’impressione che fosse lui ad avere bisogno del Milan, e non il Milan di lui. Ovviamente non era ciò che sperava.

«Sei il solito testone, devi fidarti di me!» insisteva Mino. Ma Zlatan ormai era convinto: «La mia prima scelta è l’Inter».

Tuttavia l’Inter, cercando di abbassare il prezzo del suo trasferimento, rimandava sempre la propria offerta.

La situazione si sbloccò all’improvviso. Un pomeriggio, mentre Zlatan si trovava in un albergo di Torino assieme al suo procuratore arrivò una telefonata: Silvio Berlusconi, il presidente del Milan, voleva cenare con Zlatan quella sera stessa a Milano.

A Zlatan l’idea di cenare con uno degli uomini più potenti d’Italia non dispiaceva, ma continuava a preferire l’Inter. Lo disse a Mino, che sapeva già cosa fare.

Chiamò il presidente dell’Inter, Massimo Moratti.

«A cosa devo la sua telefonata?» gli chiese il presidente, educato come sempre.

«Be’, è solo per educazione. Mi sembrava giusto informarla che stasera Zlatan andrà a cena con Silvio Berlusconi».

Moratti rimase di stucco.

«Fermi tutti! Vi mando subito uno dei miei uomini! Zlatan deve venire all’Inter, non facciamo scherzi!».

In meno di un’ora, Marco Branca (che si occupava delle trattative dell’Inter) li raggiunse e fece una proposta molto vantaggiosa.

A quel punto Zlatan fu molto felice di accettare. Era diventato un giocatore nerazzurro! Certo, l’Inter



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