Il re del bosco by Isabella Salmoirago

Il re del bosco by Isabella Salmoirago

autore:Isabella Salmoirago [Salmoirago, Isabella]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni Gribaudo
pubblicato: 2023-01-15T00:00:00+00:00


Ci sono vecchietti che nell’attesa si sono messi a dormire e russano come orsi in letargo. Una nonnina col vestito a fiorellini racconta una favola a due cuccioli d’uomo che la ascoltano a bocca aperta. La storia parla di un bosco, di un lupo e di una bambina con un cappuccio rosso. Vorrei proprio dirle che ho conosciuto molti lupi, ma che nessuno di loro ha mai mangiato nonne e bambini. Per fortuna non posso parlare, altrimenti sai che scompiglio qui dentro! E poi le storie, si sa, devono fare un po’ paura, e anche noi alberi ne abbiamo di spaventose, in cui, guarda un po’, i cattivi sono sempre gli umani.

Aspettiamo per ore, finché la stanza è quasi vuota. «Ancora un po’ di pazienza, Sghembo. Adesso tocca a noi!» mi dice Azzurra.

Un’istante dopo, però, si sente squillare il telefono, la porta dell’ambulatorio si spalanca ed esce come un tornado un’umana che indossa un lungo camice bianco svolazzante.

«Scusate, scusate, devo scappare! Ho un’emergenza. Tornate domani!» Quando arriva davanti ad Azzurra si ferma e le chiede: «Che cosa fai qui da sola, piccola, stai male? Non c’è il tuo papà?» le chiede premurosa.

«No, io sto benissimo, dottoressa. Sono qui per lui!» esclama la bimba-volpe, mettendole il mio vaso sotto il naso. «Può aiutarlo? Non ha una pastiglia, uno sciroppo o anche una puntura, se proprio serve, che lo faccia guarire?»

Lei mi fissa da sopra gli occhialini rotondi. «Hai ragione, non sta per niente bene, questo piccolo larice. Però mi spiace, non so proprio come aiutarlo. Curo gli umani, o almeno ci provo, e non sempre mi riesce bene, neanche con loro.»

Azzurra scivola giù dalla sedia in silenzio, a testa bassa. Mi rimette nel suo zaino e usciamo dall’ambulatorio, facendo tintinnare la porta d’ingresso. Sembra molto delusa, ma cerca di nasconderlo. «Non preoccuparti, Sghembo. Troveremo una soluzione, vedrai. Tu resisti però, eh?»

Ci proverò, bimba-volpe, ma non posso prometterti niente, provo a rispondere così, d’istinto, come se potessi ancora parlare, ma la voce resta imprigionata dentro di me.

Accipicchia, sono messo proprio male.

Comincio a preoccuparmi sul serio: se i miei amici non si sbrigano, presto sarò buono solo per essere gettato in un camino. Mi si raggrinzisce la corteccia solo all’idea. Se proprio devo morire, voglio farlo nel mio bosco, libero, come si conviene a un larice, e non come una povera pianta schiava degli umani.

Per fortuna arriviamo al parchetto e la vista dei miei due amici mette fine a questi pensieri cupi.

Blatta si sta abbuffando di erbetta tenera, una vera rarità in questa stagione. La bruca direttamente dalle aiuole fiorite. Beccolungo, invece, dormicchia con la testa sotto l’ala. Probabilmente sta ancora smaltendo l’indigestione di sciroppo alla ciliegia.

Azzurra li raggiunge e si lascia cadere di peso sul prato. «E adesso, che si fa? Non possiamo certo mollare il colpo! Qualche idea?»

«Bof! Nessuna idea, a parte che dobbiamo continuare a cercare!» esclama Blatta, senza smettere di ruminare con grande impegno il suo pasto e, naturalmente, di brontolare. Stavolta ce l’ha con Beccolungo: «Inutile pennuto, ti



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