Il rituale dei bambini perduti by Jean Zimmerman

Il rituale dei bambini perduti by Jean Zimmerman

autore:Jean Zimmerman
La lingua: ita
Format: mobi
ISBN: 9788858509425
editore: Piemme
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


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Andò a finire che Blandine e Antony non accompagnarono Drummond nella sua escursione post-natalizia a New Haven. Probabilmente fu meglio così. Drummond aveva visto una volta, in un mercato del bestiame nel quartiere Mitte di Berlino, un giocoliere che lanciava in aria contemporaneamente quattro gatti vivi e un maialino strillante. Si convinse che dare la caccia ai regicidi con Blandine van Couvering nei pressi sarebbe stato un compito più arduo.

Avrebbe viaggiato seguendo la costa da Nuova Amsterdam a New Haven, portato a termine la faccenda del re e poi avrebbe incontrato Blandine e il suo gigante a Fort Huys de Goede Hoop (Fort House of Good Hope), l’avamposto commerciale olandese a Hartford nel cuore del Connecticut. Successivamente avrebbero proseguito insieme in slitta, verso nord, nella zona di Jope Hawes.

New Haven, gennaio, nell’intrepido nuovo anno 1664. Una brutta cittadina di qualche edificio di pietra, poche case di legno con tetti di paglia e molte capanne di tronchi d’albero. Per saldare i comignoli non si usava la calcina ma l’argilla. Per lo meno, pensava Drummond, gli abitanti non vivevano in buche nel terreno, come aveva visto a Hartford e in altri borghi del Connecticut.

La risposta puritana al Nuovo Mondo era fatta di preghiere, di crostate e di gogna. Le crostate erano buone, ma gli altri due elementi erano logori per l’eccessivo uso. Invece di una città di luci in collina, la colonia di New Haven aveva costituito un villaggio portuale teocratico, chiuso in se stesso, impervio.

Nella guerra civile Drummond aveva avuto la sua razione di fervore puritano e di punizioni pubbliche. La colonia di New Haven non gli andava a genio.

Tranne, forse, il lungomare. La baia era molto bella. Le navi costiere solitamente vi facevano una sosta nella loro rotta tra Boston e Nuova Amsterdam. Né una taverna né una bisca né un bordello compromettevano la santità della cittadina neppure sui moli, ma in parecchie case private del quartiere del porto i viaggiatori dai costumi più laici trovavano camere e atmosfere conviviali.

In una di queste, una casa rifinita in legno con un’ampia sala aperta al pubblico, Drummond incontrò Tunny Beechman, l’agente di Ross Raeger nel Connecticut.

«Dovrete tagliarvi i capelli» gli disse Tunny. «Capiranno subito che siete del partito del re se vi presentate in un luogo di ritrovo con una chioma come la vostra.»

«La nasconderò ficcandola sotto il cappello.»

«Che dovrete togliervi sulla porta della cappella.»

Poiché gli unici raduni pubblici in città si svolgevano in una delle quattro cappelle che assomigliavano a sale più che a chiese, Drummond si ripromise di indossare un travestimento. Doveva essere accolto dalla comunità e a New Haven per comunità si intendevano gli incontri in cui dominava incontrastato il perenne brusio delle preghiere.

In Inghilterra, durante la guerra, in qualche missione in incognito, aveva indossato talvolta, per beffa, l’abbigliamento dei puritani: tuniche di fustagno nero con semplici colletti a bavaglino di lino bianco. Adesso doveva essere più ingegnoso. L’insediamento di New Haven era piccolo, meno di trecento anime. Si conoscevano tutti. Erano sospettosi nei confronti di chi veniva da fuori; diffidavano persino dei propri fratelli puritani di Plymouth e Boston.



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