In una scala da 1 a 10 by Ceylan Scott

In una scala da 1 a 10 by Ceylan Scott

autore:Ceylan Scott [Scott, Ceylan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2021-03-12T12:00:00+00:00


Allora

Anno nuovo. Toby spense la sigaretta fumata a metà e la spiaccicò sul marciapiede sporgendosi per abbracciarmi. Indossava l’uniforme della scuola.

«Tutto bene?» chiese, mettendosi in bocca una Polo, perché se c’era una cosa che poteva nascondere la puzza di fumo stantio erano le mentine. «Ti ho visto in corridoio a scuola, oggi, ma non avevo il tempo di raggiungerti, stava per iniziare la lezione di economia.»

«Non preoccuparti» risposi. «Non sono comunque rimasta molto.»

«Lo so, non ti fermi mai molto!»

«Preferisco dormire.» Non era una bugia. Se avessi potuto trascorrere addormentata ogni secondo della mia vita fino al giorno della mia morte, non sarebbe stato tutto infinitamente più semplice?

Toby prese un’altra Polo dal pacchetto. «Patatine e aceto?»

«Patatine, ma niente aceto.»

«Metà e metà?»

«E va bene, ma paghi tu.»

Un sacchetto di carta di patatine grondanti olio costava una sterlina, e le mangiammo sul marciapiede fuori dal take-away. L’odore mi impregnò i capelli, trasformandosi nel profumo di shampoo Herbal Essences fritto e pastellato. Due senzatetto trasandati e barcollanti chiesero quattro sterline per comprarsi un pacchetto di patatine ciascuno. Toby disse loro che costavano una sterlina, e gliene diede due. I senzatetto alzarono il pugno, ignorarono il take-away e s’infilarono nel supermercato in fondo alla strada.

«Patatine» sbuffò Toby. «Certo. Più probabilmente una lattina di sidro e un pacchetto di sigarette.»

«Come sta Mia?» Glielo domandavo ogni volta che ci vedevamo, e lui rispondeva sempre in maniera vaga, a disagio. Aspettavo il giorno in cui mi avrebbe detto: «Oh, Mia? Sta alla grande, vuole di nuovo essere tua amica. È molto dispiaciuta». Non sarebbe mai successo, lo sapevo. «Sta bene» rispose. «Sì, sta benone.» Tirò fuori il pacchetto di sigarette con gesti impacciati e all’improvviso fu tutto preso ad accendersene una.

«Bene» commentai. «Mi fa piacere.»

«Allora, hai qualche proposito per l’anno nuovo?» chiese Toby, senza nascondere il fatto che stava tentando di cambiare discorso. «Smetterai di fumare?»

Risi. «Non quest’anno. Quello è un proposito che ho già fatto abbastanza volte.» Avevo smesso di fumare “sul serio, questa volta” all’alba di ogni nuovo anno per tre anni di fila, ormai.

Ma un proposito per l’anno nuovo ce l’avevo. Solo che non era del tipo che si menziona durante una conversazione educata. E neanche in una non educata.

«E tu?»

«No, neanch’io ne ho. Ho pensato di rinunciare alla cioccolata, ma in fondo che senso avrebbe? Mi piace, dunque la mangio. Non mi negherò una barretta solo “perché sì”. I propositi devono avere davvero un senso.»

Il mio un senso lo aveva. Perfetto.

«Già, credo che sia una cosa stupida, a essere sincera. È solo un giorno come un altro» dissi. Toby cacciò la mano nel sacchetto tutto stropicciato e si finì l’ultima patatina.

«Sei davvero cinica» commentò mentre macinava carboidrati. «Penso che questo sarà un anno fantastico.»

Fantastico? Ripensai al mio proposito per l’anno nuovo, scarabocchiato in inchiostro nero sulle pagine del mio diario. Pensai a tutto quello che avevo scritto sotto la data del 31 dicembre, il vetriolo e il veleno che filtravano dalle pagine nelle parole che avevo rivolto a me stessa, chiazzate dalle lacrime piovute sul foglio.



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