incandescence by greg egan

incandescence by greg egan

autore:greg egan
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: fantascienza
pubblicato: 0100-12-31T23:00:00+00:00


15

Rakesh sognava di essere bambino su Shab-e-Noor e di nuotare nel fiume con un mucchio di amici. Poi era comparsa Parantham, sulla riva, e gli aveva sorriso.

— Abbiamo trovato un'arca — gli disse.

— È qualcosa di reale o sto sognando? — chiese.

— Tutte due — rispose lei.

I suoi amici parevano allarmati dalla notizia. — Non preoccupatevi, ritornerò — disse loro. Sentiva il panico salirgli nel petto. Perché non riusciva a ricordare il nome di nessuno di loro?

— Se ti daremo il permesso di ritornare — disse uno, con aria cupa.

Rakesh si svegliò. L'affermazione che riguardava l'Arca non era frutto della sua immaginazione. Il rapporto del telescopio gli era entrato nella mente e la scoperta si era infilata nello scenario del sonno.

Raggiunse la cabina di comando. Parantham gli disse:

— Stavo per svegliarti.

— Ci ha già pensato la notizia.

— Cosa ne pensi?

Rakesh studiò i dati. La stella di neutroni dove era stata trovata l'Arca era a venti anni luce dal centro galattico. Anche se il novanta per cento degli specchi era già al loro posto, l'immagine della scoperta era solo una macchiolina scura nel bagliore del disco di accrescimento. Lo spettro, però, era inconfondibile; l'oggetto in questione era fatto dello stesso materiale dell'Arca che era rimasta tra i resti del pianeta. La nuova Arca, invece, era immersa in forti venti e, nonostante l'ambiente turbolento che la circondava, era riuscita a rimanere in orbita per cinquanta milioni di anni. Grazie all'asimmetria della sua struttura, prendeva energia dal vento quando l'orbita si avvicinava, era nell'ambiente per cui era stata costruita. Se i suoi costruttori sopravvivevano in qualche punto della Galassia, il punto era quello.

— C'è qualcosa che ci trattenga? — si chiese. Avevano già costruito un collegamento che avrebbe trasmesso alla Promessa ogni ulteriore scoperta. Prima di partire potevano orientarlo sulla loro destinazione e, se si fossero mossi di lì, avrebbero potuto lasciare un ulteriore ponte radio.

— Nulla a cui riesca a pensare — rispose Parantham.

— E se anche quella fosse vuota? — chiese Rakesh, allarmato.

— Aspetteremo che il telescopio ne trovi un'altra. — Anche se quella stella di neutroni avesse catturato tutte le altre Arche, questo non significava che le avesse tenute. Se fin dall'inizio ce ne fosse stato un numero sufficiente, o se i Costruttori erano fioriti nel loro nuovo ambiente e avevano trovato il modo di creare nuove Arche, allora potevano esserci altre Arche abitate che orbitavano attorno ad altre stelle di neutroni.

— E se non ne trovasse altre?

Parantham si avvicinò a lui e gli posò la mano sulla guancia, in un gesto quasi materno di tenerezza e di esasperazione. — Allora, qui abbiamo finito e ce ne andiamo via. — Staccò la mano. — Ma non siamo arrivati a quel punto, perciò smettila di agitarti. Qualunque cosa contenga quell'Arca sarà lontana cinquanta milioni di anni dai suoi costruttori, perciò non faccio nessuna ipotesi sulla natura dei suoi abitanti. Ma neppure cinquanta milioni di anni di carenza di energia hanno eliminato completamente l'altra Arca. Abbiamo già incontrato il caso peggiore, abbiamo visto il deserto, adesso siamo diretti a un'oasi.



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