La casa nella prateria 7. I primi quattro anni. by Laura Ingalls Wilder

La casa nella prateria 7. I primi quattro anni. by Laura Ingalls Wilder

autore:Laura Ingalls Wilder [Wilder, Laura Ingalls]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Gallucci
pubblicato: 2018-11-01T09:00:00+00:00


Il secondo anno

Il giorno in cui Laura e Manly si trasferirono nella baracca sulla concessione, il 25 agosto 1886, il tempo era splendido.

«Bella giornata, proprio come quando ci siamo sposati, un anno fa. Anche oggi è un nuovo inizio, come allora. Una casa nuova, se pure più piccola…

«Andrà tutto bene, ora, vedrai! Alla fine i conti tornano sempre. Il ricco…»

Manly tacque, lasciando la frase a metà, ma Laura non poté fare a meno di pensare alla conclusione del proverbio irlandese: “Il ricco ha il ghiaccio d’estate, il povero ce l’ha d’inverno”. Loro lo avevano avuto, il ghiaccio, d’estate. In forma di grandine.

Inutile stare a rimuginarci sopra, ora. C’era da sistemare la nuova casa e renderla allegra e confortevole per Manly. Povero Manly, era dura per lui, che ce l’aveva messa tutta. La casa comunque non era male. La nuova, e unica, stanza era stretta (12 piedi per 16) e non molto lunga, ma era orientata a sud, con la porta e una finestra che si aprivano su un piccolo portico, chiuso sul lato ovest dalla parete della baracca preesistente.

C’era una finestra anche a est. Lì accanto, nell’angolo a sud, era appeso lo specchio, con il tavolino del soggiorno sotto. Dall’altra parte della finestra arrivava contro la parete la testata del letto, che era sistemato lungo il lato nord. All’altro angolo, in fondo al letto, c’era la stufa di cucina, con un armadietto accanto. Il tavolo era infilato nell’angolo tra la parete ovest e la parete sud.

Il tappeto della vecchia camera da letto copriva la parte di pavimento sotto la finestra a est, e lì sopra c’erano la poltrona e la piccola sedia a dondolo di Laura, vicine vicine. Al mattino il sole entrava da quella finestra e illuminava tutta la stanza. Era una casettina minuscola, ma confortevole.

La baracca preesistente, anch’essa costituita da un’unica stanza, era adibita a magazzino, mentre alle bestie era destinato il nuovo fienile, che era protetto a nord e a ovest dal pendio del dosso su cui sorgeva la casa e aveva l’ingresso rivolto a sud, sicché sarebbe stato abbastanza caldo anche d’inverno.

Tutto laggiù era nuovo e fresco. Il vento faceva ondeggiare le alte erbe della palude che dai piedi del dosso dietro il fienile si stendeva a sud e fino al confine orientale della proprietà. La casa sorgeva sulla sommità di quella bassa collinetta e perciò avrebbe sempre avuto davanti una verde distesa di vegetazione selvatica. La terra arabile era tutta a nord e dalla casa non si vedeva. Laura se ne rallegrava. Le piaceva che la vista spaziasse sulla prateria. A dire il vero, per il momento tutta la proprietà era un’unica immensa distesa di erba, salvo per un campo, cioè quei dieci acri di terreno che Manly aveva dovuto coltivare per poter riscattare la concessione. Ma la porzione di prateria a nord della casa era tutto terreno asciutto e ci cresceva ottima erba da foraggio, non quella alta e coriacea che prosperava negli avvallamenti paludosi. Era tempo di falciare i prati e ogni giorno era prezioso per accumulare quanto più fieno possibile.



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