La Milonga del Futbol by Federico Buffa & Fabrizio Gabrielli

La Milonga del Futbol by Federico Buffa & Fabrizio Gabrielli

autore:Federico Buffa & Fabrizio Gabrielli [Buffa, Federico & Gabrielli, Fabrizio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2024-07-22T12:00:00+00:00


Lo sfacelo, in potenza

Menotti ha progettualmente diviso il 1976 in due tranche: nel primo semestre i giocatori saranno a completa disposizione della Nazionale, allenandosi con il Flaco per tutta la settimana e tornando ai rispettivi club solo nei weekend. A partire da luglio, si alleneranno invece con la Nazionale due o tre volte a settimana.

La rosa ristretta è il risultato di una scrematura dei migliori elementi delle quattro selezioni andate in scena nel 1975, tra i quali quattro giocatori del River Plate: Ubaldo Fillol, Norberto Alonso, Leopoldo Luque e Daniel Passarella.

Il River Plate è tornato a vincere il campionato proprio in quella stagione, dopo diciotto anni di attesa. La squadra era guidata da Alonso, il suo diez, investito direttamente da Labruna, il quale credeva – era fermamente convinto – che Alonso fosse il pilota capace di rimettere in moto La Máquina. «Se non ci si diverte in campo» diceva Labruna, «come pretendiamo che possa divertirsi la gente sugli spalti?» È ironica la coincidenza, o forse semplicemente vero l’assunto, che il River avesse smesso di vincere in concomitanza al disastro di Svezia, e ora stesse tornando a trionfare proprio quando era in atto il ritorno in auge de la nuestra.

Di fronte all’idea di Menotti di intraprendere una lunga tournée in Europa nel 1976, il River si trincera sulla difensiva: quell’anno punta alla Libertadores, come può farlo se si deve privare dei suoi giocatori migliori? Menotti è allora costretto a rivedere la sua politica esclusiva: non è che non vuole mettersi contro i grandi club, ma semplicemente gli dispiace mettere in difficoltà i ragazzi che fanno parte della sua Nazionale, perché chiedergli di prendere una decisione, a volte, può significare chiedergli di sacrificare il posto di lavoro. L’unica maniera che ha per convincere i calciatori che la Nazionale non è una noia infrasettimanale ma qualcosa a cui aspirare è renderla un ambiente di altissimo livello: i giocatori devono trovare il massimo dell’attenzione ai dettagli, quando sono in ritiro per il loro Paese. Tutto ciò che circonda la Selección deve trasmettere prestigio, eccellenza, gratitudine. Menotti non “convoca”: “invita” i suoi ragazzi. E non è una questione di lana caprina: fa tutta la differenza del mondo.

Ovviamente c’è bisogno che la AFA lo assecondi. Che voglia farlo, non foss’altro. E invece: non vuole. La tournée in Russia, Polonia e Ungheria prevista nel primo semestre del 1976 si rivela un’esperienza ai limiti della follia, quasi comica. I visti dei calciatori vengono applicati sui passaporti sbagliati, tanto da costringere l’ambasciata in Russia a un intervento risolutore. La logistica è organizzata in maniera amatoriale: treni anziché aerei, cibo improvvisato. Nel tragitto da Mosca a Kiev – dove l’Argentina sconfiggerà l’Unione Sovietica per 1-0 –, in treno, durato quasi due giorni, i calciatori rimangono completamente a digiuno. E da Kiev a Varsavia non ottengono più di una salsiccia e una fetta di pane. A Varsavia si terrà l’ultima amichevole della tournée, contro la Polonia terza classificata al Mondiale di Germania.

L’amichevole è prevista per il 24 marzo 1976.

Nei primi mesi del 1976 la violenza e il crollo dell’economia sono ormai fuori controllo.



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