Marie Curie. Una vita (2013) by Susan Quinn

Marie Curie. Una vita (2013) by Susan Quinn

autore:Susan Quinn [Susan Quinn]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Sono lettere suggestive, scritte a penna in una grafia deliberatamente infantile, talvolta illustrate con immagini della campagna o decorate da macchie di inchiostro. Le formule di saluto usate da Irene rendono evidente la grande tenerezza che la ragazza provava nei confronti della madre, che le figlie chiamavano invariabilmente Me: «dolce Me», «buona Me», «cara buona Me».

Una lettera scritta nell'estate del 1907, quando Irene aveva nove anni, esemplifica bene il tono dei suoi scritti: «Mia cara buona Me - comincia, - ho preso un mucchio di gamberi e ieri, con Madeleine, ho catturato una piccola aragosta. Sono felice di essere al mare: faccio bei castelli di sabbia e mi procuro bellissimi graffi e scorticature sulle braccia e sulle gambe. Ogni mattina scendo a fare colazione a piedi nudi: tutto sommato, sto molto bene».2' A parte qualche piccolo lamento per la perdita di uno o due denti, nelle missive la bambina rassicura ripetutamente la madre sul proprio stato di salute: il desiderio che Marie aveva espresso in una lettera all'amica d'infanzia Kazia - che le figlie crescessero «sane e robuste» - era divenuto per la ragazzina un vero e proprio ordine. Irene enfatizzava soprattutto i benefici dei tanti bagni nella salutare acqua dell'oceano: «Faccio delle bellissime nuotate - scrisse in una lettera, - mi bagno in mare il più spesso possibile».50 La prima estate, quando Marie era già tornata a Parigi, le scrisse: «Da quando sei partita [ho] saltato il bagno una volta sola»." L'anno successivo, invece, le riferì: «Ho molto appetito, i bagni di mare mi fanno bene».'2

Accanto al nuoto, l'altro tema ricorrente nelle lettere di Irene era il «lavoro»: «Amo molto Me, lavoro, sono felice»" è una tipica conclusione della ragazzina. « Ogni giorno leggo brani in polacco - scrisse all'età di nove anni, - lo comprendo abbastanza bene, ma è molto difficile»." Due anni dopo, da un'altra località di mare - questa volta nei pressi di Royan sulla costa sudoccidentale - scrisse invece che, durante la visita di una giovane connazionale della madre che conosceva « a malapena dieci parole di francese» era stata costretta a «parlarle in polacco. Si è trattato di un'ottima occasione per imparare - ricordò la ragazzina undicenne, - ma quando finivo una frase tiravo un gran sospiro di sollievo»." In realtà, entrambe le figlie impararono la lingua madre di Marie piuttosto bene: il polacco di Ève, secondo un visitatore, era impeccabile; quello di Irene le permise, a undici anni, di scrivere una lettera in polacco allo zio Józef.

Per Irene il «lavoro» preferito era comunque la matematica, forse in parte perché essa le permetteva di intrattenere con la madre un rapporto privilegiato. Come suo padre prima di lei, Marie allegava alle lettere che inviava alla figlia qualche problema matematico: «Non sono riuscita a risolvere il problema numero due - scrisse Irene a nove anni, - mentre ti mando le soluzioni del tre e del quattro. M. Hornois mi ha aiutato con il terzo, invece il quarto l'ho fatto da sola»56 A undici anni, da un'altra



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.