Micah by Hamilton Laurell Kaye

Micah by Hamilton Laurell Kaye

autore:Hamilton, Laurell Kaye [Hamilton, Laurell Kaye]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Ro
editore: Nord
pubblicato: 2011-11-28T17:12:28+00:00


CAPITOLO 8

Tenendomi per le cosce, mi spinse contro il mucchio di cuscini, col busto parzialmente sollevato, e inserì un dito dentro di me. Bastò a farmi dimenare gridando.

«Tanto bagnata e tanto stretta. Sei sempre tanto stretta dopo essere stata leccata.»

Vedendolo in ginocchio tra le mie cosce, duro e pronto, dissi l’unica cosa che riuscivo a pensare: «Scopami, Micah».

«Sei stretta, Anita, davvero stretta.»

Mi alzai sui gomiti. «Ma sono anche bagnata. Mi hai fatta bagnare tu.»

Si umettò le labbra e deglutì. Il pulsare del sangue era visibile sulla sua gola. «Non voglio farti male.»

«Ti avvertirò, se succederà.»

Mi guardò, dubbioso anziché bramoso. Per quanto lo desiderasse, aveva paura a entrarmi dentro. Quante donne avevano sofferto per le sue dimensioni? Quante lo avevano accusato di essere un mostro semplicemente perché era molto dotato?

Mi alzai a sedere e glielo presi in mano, così lungo e duro che gridando gettai la testa all’indietro. Poi, fissandolo con gli occhi sgranati, lo strinsi finché non fu Micah a sgranare gli occhi e a gettare la testa all’indietro. Dopo avere accarezzato il glande morbido e grosso, mi stesi di nuovo in appoggio sui gomiti. «Scopami, Micah, scopami prima che smetta di sentire le contrazioni dentro di me. Sono così bagnata e stretta che continuo ad avere piccoli orgasmi. Ti voglio dentro di me finché ho ancora le contrazioni.»

Lui si curvò a baciarmi, bagnato dei miei umori dal sapore di carne fresca e di pioggia appena caduta: a dispetto di tutte le battute oscene, ogni donna ha il suo sapore. Dopo avere smesso di baciarmi, rimase in appoggio sulle braccia e iniziò a spingere. Il suo peso mi fece ricadere sui cuscini. Era sollevato, quindi potevo vedere i suoi tentativi di entrarmi dentro. Ero abbastanza bagnata, ma lui era così grosso, così grosso, che fu costretto a entrare piano piano e a spingere forte al tempo stesso. Se avessi liberato l’ardeur mi sarei aperta di più, sarei stata più pronta, più bramosa, più aperta, come succedeva sempre, anche senza preliminari. Eppure tutti e due volevamo che fossi stretta e che sentissi la sua lotta per entrarmi dentro.

Una volta scomparsa la punta dentro di me, ne rimase fuori ancora molto, e nel guardarlo entrare spingendo un centimetro alla volta, gridai, gli andai incontro, sollevai le gambe sostenendole per le cosce, rannicchiandomi per vedere e sentire tutto.

Entrato a metà, Micah chiuse gli occhi e si fermò, a testa china. «Così bagnata, così stretta», mormorò, con voce tesa. «Continui a stringermi dentro di te. Più entro e più continui a contrarti in una serie di piccoli orgasmi.»

«Sì», confermai, con voce roca e bramosa. «Sentirti dentro di me, così stretta e così bagnata, è meraviglioso. Oddio, Micah, non fermarti, non fermarti!»

Mi guardò negli occhi, mi scrutò in viso, come pensando che mentissi. «Dici sul serio?»

«Sì, sì!»

«Sei abbastanza bagnata, però non abbiamo mai provato quando sei così stretta, Anita.» La lussuria lottava con la preoccupazione nei suoi occhi. «Posso spingere più in fretta, ma non voglio farti male.»

Scrutandolo a mia volta, dissi ciò che pensavo: «Non so con quali spettri tu stia combattendo, ma io non c’entro.



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