Neanche con un morso all'orecchio by Flavio Insinna

Neanche con un morso all'orecchio by Flavio Insinna

autore:Flavio Insinna [Flavio Insinna]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852022791
editore: Mondadori
pubblicato: 2015-04-19T22:00:00+00:00


I calzettoni blu

I piccoli grandi drammi dell’infanzia. Come li ho vissuti, ero già incline alla tragedia.

Il saggio di ginnastica alle elementari con i calzettoni bianchi, io, solo io, con i calzettoni blu. Se sei l’unico con i calzettoni blu e, soprattutto, hai il mio carattere che da sempre mi fa pensare di non essere all’altezza e di essere “quello sbagliato”, se sei l’unico sul piazzale della scuola e tutti hanno i calzettoni bianchi, tutto è bianco, le tonache delle suore, gli invitati, le sedie, tutto in quel maledetto pomeriggio è bianco e solo tu sei in divisa, ma hai i calzettoni blu e i pantaloncini corti (ma era stata la suora a dire maglietta bianca, calzoncini corti e calzettoni bianchi o blu), allora ti chiedi, perché solo io ho quelli blu? E non ti senti il più fico, quello strano. A nove anni, col mio carattere già sbagliato che mi fa sentire irrimediabilmente sbagliato, vorresti essere tutto bianco, scarpe, calzettoni, tutto bianco, anzi trasparente. Invisibile. E invece hai i calzettoni blu.

Gli altri bambini, stronzi e spietati come solo i bambini sanno essere, mi guardano rimproverandomi: “Al nostro saggio ti presenti con i calzettoni blu?”. Voglio morire, anzi no, voglio che mia madre muoia, che mi ha costretto a questa figura di merda. Guardo la suora, cerco i suoi occhi, ma come? Tutte le nostre belle chiacchiere sul perdono, la comprensione, siamo tutti figli di Dio? Siamo tutti uguali, anzi beati gli ultimi. Beati quelli con i calzettoni blu anche se sono in mezzo a una miriade di calzettoni bianchi? E invece no, anche la suora mi guarda come si guarda un assassino e io le vorrei ricordare che è stata lei a dire: “Calzettoni bianchi o blu, a piacere”. La prossima volta brutta bugiarda, sii più chiara, definitiva: “calzettoni bianchi”. Io sarei andato a casa e avrei detto: “Mamma, calzettoni bianchi”. E, invece, eccoci qui per l’ennesima volta vittime di questa benedetta storia del libero arbitrio.

“Ho i calzettoni blu ma non sono un bambino sbagliato. Vi prego, credetemi, perdonatemi. Non mi guardate così, non guardate così i miei calzettoni.” Vorrei gridare a tutti. E intanto cerco di nascondere la mia gambetta destra, incrociandola davanti alla sinistra. Ma è inutile nascondere il calzettone blu mettendoci davanti un altro calzettone blu, ancora più blu dell’altro. Signore, fai un piccolo miracolo, allungami i pantaloncini, copri questi scempi, lascia tutti a bocca aperta. Non ti chiedo di trasformare i miei calzettoni da blu a bianchi, anche se hai fatto di meglio, di molto meglio, con l’acqua e il vino, i pani e i pesci, ma almeno allungami i calzoncini. Dài, ti prego. Dico sempre le preghiere della sera prima di dormire, ho dei bellissimi voti, a catechismo sono il più attento della classe, dài ti prego, aiutami. E invece niente.

Non si può mica trattare, io ti do, tu mi dai. Lo so benissimo e me ne accorgo adesso che per paura sono di nuovo bambino e per riaverti a casa papà, tratto di nuovo.



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